martedì 17 novembre 2009

Di Pietro vs De Magistris sul croficisso nelle aule



Guardate un po che opinioni contrastanti abbiamo nell'Italia dei Valori sul crocifisso nelle aule, in alto Di Pietro afferma che è sbagliato toglierlo mentre De Magistris nella nota qui in basso pensa che sia giusto:

Da uomo che crede non riesco a capire la polemica sollevatasi intorno alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo in merito alla presenza del crocefisso nelle aule scolastiche. Non riesco a capirla per due ragioni, di merito e metodo. Partiamo dal primo. Credo che la laicita' dello Stato vadagarantita e tutelata negli spazi pubblici e condivisi da tutti, in particolare la scuola, fucina di convivenza fra diversita' e prima palestra di formazione dei cittadini di un mondo globale e multietnico. E questo lo sostengo pur riconoscendo nel crocefisso un simbolo culturale oltre che religioso, caro a molti (cattolici o non cattolici) perche' capace di incarnare un valore universale e profondamente umano: il sacrificio piu' estremo, quello della vita, compiuto per la salvezza altrui. Se vogliamo un messaggio di grande attualita' rivoluzionaria, come e' tipico anche del Vangelo, che puo' essere inteso oltre il suo essere testo sacro, per venire apprezzato come “bibbia umana” che parla ancora a tutti. Quanto di universale e di civile e' infatti contenuto in questo libro su cui poggia una religione che ha anche un sapore civile generale? Nonostante, o forse proprio alla luce di questo ragionamento, considero giusta la decisione della Corte di Strasburgo, che appare inoltre aderente ai tempi che viviamo. Mi risulta percio' difficile giustificare il governo italiano che ha annunciato di voler ricorrere contro di essa. Cosi' come la petizione critica firmata ieri a Bruxelles da diversi rappresentati del Parlamento europeo, con l'eccezione dell'Italia dei Valori, e l'appello odierno del presidente della Cei Bagnasco, affinche' intervenga l'Ue per realizzare un cambio di passo. Per quanto riguarda il metodo, invece, la polemica mi sembra forviante e forviata. Invocare l'azione dell'Ue verso una decisione presa da un organo che non ha nulla a che vedere con essa, e' un atteggiamento che lascia pensare ad una volonta' di pressione sull'Unione affinche', una volta per tutte, prenda posizione su una materia che in realta' non e' di competenza comunitaria. Quasi un segnale politico perche' si tenti di insistere sul ruolo di primo piano di una fede, di fatto marginalizzando le altre e costringendole ad una posizione di inferiorita'. Certamente un colpo negativo al principio di laicita' che invece non puo' essere ne' oggetto di rinuncia ne' di baratto. Lo richiedono tempi e spazi di questo secolo in cui la contaminazione e l'inclusione sono le parole d'ordine irrinunciabili.

In temi di laicità, Di Pietro, è sempre stato un disastro, per questo motivo ed anche altri spero che De Magistris diventi un giorno il presidente dell'Italia dei Valori al posto di Antonio...

A breve farò un post con alcuni dati molto interessanti sui cattolici in Italia.

1 commento:

Alle ha detto...

Discutere di una cosa del genere fà molto pensare: c'è una sentenza e c'è una convinzione. In Italia c'è la libertà di religione e quindi perchè le aule ed i comuni devono esporre il crocifisso: si dovrebbe allora esporre anche Budda per esempio.

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