giovedì 19 giugno 2008

Non località e l'osservatore. Mike Wright



Oggi, qui in alto, vi propongo un interessante video di Mike Wright dove ci illustra un esperimento che se fosse vero aprirebbe veramente la strada verso nuove concezioni della realtà e della mente umana. A quanto pare ogni essere vivente che interagisce con un altro per un po di tempo rimane in qualche modo legato a quest' ultimo, cosa che spiegherebbe ad esempio le note "brutte sensazioni" verso una persona a noi cara a cui è successo qualcosa di grave.

Il filmato è tratto dal DVD
Non Località e l'Osservatore - Un nuovo modello per il vostro mondo.

Qui anche un video di presentazione di questo lavoro di Wright:



Mike Wright è uno dei cinque insegnanti autorizzati della "Scuola di Illuminazione di Ramtha". Prima di entrare nella scuola Wright è stato pilota di caccia dell'Aeronautica Militare degli USA e istruttore pilota. Ha sempre avuto nella vita un interesse per le relazioni di interdipendenza tra la mente, il corpo e l'universo - per la psicologia, la fisiologia e la fisica.


Voi cosa ne pensate a proposito? Ci sta qualcuno che ne sa più di me?

35 commenti:

Anonimo ha detto...

recentemento ho letto questo articolo di Corrado Malanga che parla dell'argomento che hai trattato.Molto interessante

http://www.sentistoria.org/Articoli/malanga/Revisonerealta.pdf

Diego

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

Eccomi Alessio sono la persona che fa per te. Ti faccio un super commento super lungo, perchè di mente e cervello ne capisco assai. :-)))

Prima di tutto una discussione generale sul rapporto tra mente, cervello e meccanica quantistica: qualsiasi teoria che cerca di dare una spiegazione del cervello e della mente in termini di meccanica quantisca, energie varie, ecc... è puramente speculativa. Insomma, dati scientifici a favore di quella o quell'altra teoria ce ne sono pochi(per averli si dovrebbe trovare un modo per studiare le particelle sub-nucleari del cervello e allo stato attuale non si può fare), ma vale la pena "specularci" sopra (ovvero farci un ragioanemento di tipo "filosofico").

Per quanto riguarda i video:

L'unica cosa degna di nota è l'esperimento fatto con l'EEG in cui si parla nel primo video.

Esperimenti simili a quello ne sono stati fatti tanti (es.:si modifica l'attività cerebrale se vengo osservato senza saperlo? E' possibile riuscire a capire quale immagine sta vedendo il mio collega nella stanza accanto, magari cercando di "captare" la sua emozione? ecc..) ma risultati schiaccianti ce ne sono pochi. O meglio: qualsina qua e là ogni tanto salta fuori.... ma, ahimè, la pratica scientifica è piuttosto complessa e diciamo che questo genere di studi non hanno raggiunto una validità tale da meritarsi una paginetta in nessun manuale di neuroscienze (non è tanto per scetticismo, ma per alcune evidenti falle di tipo teorico, empirico e metodologico).

Magari fra 20-30 anni sarà diverso, magari no. Allo stato attuale non abbiamo nessun tipo di certezza. (anzi, in linea di massima consiglio di diffidare da chiunque dica di avere una teoria che spiega il cevello "dimostrata scientificamente"...neanche le teorie più diffuse possono dirsi eterne e "dimostrate scientificament" figuriamoci quelle minoritarie studiate da non più di una decina di ricercatori seri).

Allora io *personalmente* sono piuttosto scettico dell'esperimento citato nel primo video perchè così come è stato descritto l'esperimento non dovrebbe dare nessun tipo di risultato. Anche se ci fosse veramente telepatia, l'EEG usato in quel modo non dovrebbe dare nessun risultato.

Mi spiego: l'EEG misura la carica elettrica presente sulla superficie cutanea del cranio, misurata su diversi punti specifici.

La carica elettrica misurata è in piccola parte dovuta all'attività cerebrale, ma in maggior parte è dovuta ad "artefatti" (ad esempio se sposti l'attenzione, si attivano i piccoli muscoli che muovono l'occhio, e fanno impazzire l'EEG).

Inoltre la misurazione dell'elettroencefalogramma è MOLTO rumorosa, ovvero se io, ad esempio, voglio vedere che tipo di onda elettrica si forma quando presento tre quadrati nella parte destra del campo visivo non mi basta mettere il caschetto dell'EEG ad una persona e fargli vedere tre quadrati rossi, perchè la misurazione dell'EEG che avrò sarà caotica e praticamente casuale. Dovrò quindi ripetere centinaia di volte lo stesso esperimento, con decine di persone diverse. Poi dovrò sincronizzare migliaia di misurazioni diverse e fare la media, in questo modo il rumore casuale sarà uguale a zero e la misurazione finale che avrò sarà la risposta elettrica del cervello quando vede tre quadrati rossi. Se non faccio la media di migliaia di misurazioni diverse non ottengo un bel nulla.

Ed è per questo che sono piuttosto scettico nel sentire che hanno fatto DUE misurazioni dell'EEG di DUE persone diverse: un po' pochine per ottenere qualcosa da quel caos che è l'EEG. Anche se ci fosse una correlazione tra i due EEG non ci sarebbe modo di saperlo facendo solo DUE misurazioni. E anche ripetendo l'esperimento centinaia di volte stai sempre correlando l'attività elettrica di due persone specificihe, in uno specifico momento. Dal punto di vista metodologico è un suicidio. Inoltre avrebbero dovuto prendere le registrazioni di un un terzo individuo, mai venuto a contatto con quello che ascolta la musica, il cosidetto soggetto di controllo.

Inoltre *a me* viena anche da dire: se il mio cervello risponde agli stimoli cerebrali che avvengoono nel cervello di una persona che ho incontrato, dovrebbe rispondere agli stimoli di TUTTE le persone che ho incontrato, quindi praticamente l'influenza che il cervello di un altro ha nel mio cervello sarebbe praticamente nulla, perchè si perderebbe nel mare di influenze che riceve da TUTTI i cervelli di persone che ho incontrato nella mia vita.

Io non escludo che ci possa essere la capacità di comunicare tra cervelli distanti (chiariamoci non c'è uno straccio di prova per cui doverlo credere, ma se hai la cultura scientifica integrata "inside", non ti senti neanche di escluderlo),ma a prescindere da quanto questo sia possibile quello che voglio dire è che l'EEG usato come ha detto quel tipo non dovrebbe dare risultati. Otterresti solo dei dati incasinatissimi.

Comunque per sicurezza in settimana lo chiedo a ricercatori che conoscono bene (anzi benissimo) lo strumento dell'EEG poi ti faccio sapere meglio.

Un'ultima cosa: la maggior parte dei ricercatori e dei professori di neuroscienze, psicologia, scienze cognitive è piuttosto scettico a questo tipo di esperimenti, però esiste una significativa fettina di professori/ricercatori che è invece interessata alla cosa. Tuttavia non possono permettersi di dedicare la propria vita allo studio di queste teorie al limite (non troverebbero fondi e richierebbero di perdere autorità se investissero tutto il loto tempo in studi che poi non portano da nessuna parte) per cui studiano questi fenomeni come "side interest" ovvero dedicano una piccola parte del loro tempo della ricerca di queste teorie un po' "al limite" utilizzando le competenze e le attrezzature di cui dispongono.

Per ora mi dispiace ma ci dobbiamo tenere le teorie classiche sul cervello e sulla mente, che sono molto scarne, incomplete e piene di lacune, ma sono le teorie scientifiche più avanzate che siamo riusciti a costruire da millenni.

Anonimo ha detto...

di gente che ne sa più di te c'è ne a bizzeffe! anche i muli se sanno più di te!

Michele ha detto...

X homo sapiens.

Sono un appassionato di queste cose da diversi anni e mi reputo anche molto razionale (a luglio mi laureo in ingegneria elettronica V.O. indirizzo biomedica, solo per dire che un minimo di approccio scientifico lo conosco)

Ci sono vari studi a riguardo, il fatto che non ci siano prove scientifiche schiaccianti a provare questa teoria è un conto, il fatto che questa teoria non sia reale è tutt'altra cosa.

Per chiunque si occupi un benché minimo di scenza sa benissimo che un conto è avere un'intuizione e un conto è trovare un metodo per dimostrarne scientificamente la sua validità, Einstein ne sà qualcosa :)

Quindi per favore non facciamo confuzione o non facciamo passare il messaggio: la scienza ancora non l'ha dimostrato esattamente "quindi" non è vero (anche se tu per l'esattezza non hai detto così, ma ti sei permesso di parlare di esclusiva speculazione a riguardo).

Ci sono fior fior di scenziati che asseriscono che tutto è Uno e teorie molto simili a quelle riportate nel video postato da Alessio e vi assicuro che sono di una logicità e razionalità disarmante.

Un libro che posso consigliare a tutti riguardo la scienza e molti di questi fenomeni è:
"La fisica dell'anima" di Fabio Marchesi oppure "l'Uno detto Dio" di Vittorio Marchi. Entrambi sono degli scenziati, il secondo è stato anche docente e ricercatore di fisica.

Ci sono teoremi della fisica quantistica molto interessanti a riguardo, uno è il teorema di Bell, credo che anche in internet si trovi qualcosa, non ho ancora provato a cercare.

Ci sono molti fenomeni di fisica quantistica curiosi e che aprono vie stupefacenti, credo si stia andando verso l'incontro della scienza con la religione, con Dio (non parlo di religione cattolica o buddista etc. ma con la vera religione, cioè con ciò che unisce; religione viene da religere=unire)

Il problema della prova scientifica di queste sta nella piccolezza della nostra scienza, nella sua pochezza, nei suoi limiti. Come fai ad individuare un immagine scientificamente nel cervello? Come fai a dire che io sto pensando a un cane rosso e un altro a uno nero in maniera insindacabile? Capisci che dobbiamo provare ad andare oltre la scienza? Dubito che si possa mai arrivare a definire grandezze fisiche misurabili che siano in relazione univoca con i nostri pensieri, quindi dobbiamo scrollarci di dosso questo grosso limite che ciò che la scienza non ha dimostrato non è vero o non esiste.

Cercherò di fare alcuni post a riguardo nel mio blog nei prossimi giorni, anche se non assicuro niente, sono impegnatissimo con la tesi in questo periodo.

Comunque se veramente ti interessa Alessio, magari con un po' di calma ti mando una bella email con tante cose curiose, oppure sai dove trovarmi o almeno credo (mi riferisco al forum, visto che qui nei commenti non è facile fare discorsi lunghi e argomentare meglio il discorso)

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

X Alessio:
Non centra nulla con il post, ma per carità, mi è venuto un morso allo stomaco vedendo 'sta roba, vedi se con questo tuo blog puoi fare qualcosa tu:
http://www.flickr.com/photos/adottami/
L'ho trovato cercando uno sfondo per il mio desktop, e ho pensato a te.

X Michele
Da bravo ingegnere sottovaluti la speculazione. Se dico che si può fare solo speculazione non significa che è tutta roba da buttare via, anzi, è da lì che parte tutto.Un ragionamento speculativo inoltre non ignora i dati scientifici, piuttosto li amplia, li interpreta, da loro un senso e se mi permetti....li fa viaggiare. Inoltre non tutti i ragionamenti speculativi sono uguali, ce ne sono di alcuni più validi di altri.

Tutto questo lo so bene.

Ti vorrei ricordare chegli scienziati sono i migliori conoscitori dei limiti della scienza. Non ti capiterà mai di fare una critica ad uno scienziato che lo scienziato non conosce meglio di te. Non vorrei che tu confonda la scienza con la tecnica.

>Dubito che si possa mai arrivare >a definire grandezze fisiche >misurabili che siano in relazione >univoca con i nostri pensieri,


ehm... un buon 20% delle persone che frequento sarebbe disoccupata se non si potesse fare.
Il fatto che la scienza sia limitata non significa che brancoli nel buio. :-)

>dobbiamo scrollarci di dosso >questo grosso limite che ciò che >la scienza non ha dimostrato non >è vero o non esiste

Direi che la cultura occidentale se lo è scrollato di dosso tipo un centinaio di anni fa questo concetto. Gente che mitizza la scienza non se ne trova più in giro (a parte forse Margherita Hack :-) ). Hai mai parlato con un neuroscienziato contemporaneo?

>Capisci che dobbiamo provare ad >andare oltre la scienza?

Accidenti se lo capisco!!! Scusa, ma cosa ho scritto che ti ha fatto pensare il contrario?

Il fatto che c'è molta roba oltre la scienza non significa che dentro la scienza non ci sia nulla. Non a caso il Dalai Lama ha dimostrato più volte di essere attento alle neuroscienze contemporanee.

Io mica dico che le speculazioni che sono state fatte sul rapporto tra meccanica quantistica e cervello sono tutte cavolate. Ho persino detto che ci sono dei professori universitari che si interessano a queste cose.

In sintesi ho solo detto che l'esperimento citato nel primo video non dovrebbe dare risultati ANCHE SE la teoria di cui parlava il tipo fosse vera. E ho persino messo il grassetto e gli asterischi sulla parola "personalmente". ora, rileggendo ciò che ho scritto, dove ti ho fatto credere di essere uno che mitizza la scienza o la neuroscienza? Sono solo uno che la scienza un pochino la conosce.

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

ah...ok....rileggendolo...forse sulle ultimisse righe del mio primo commento sembravo mitizzare la scienza. Quello era un commento piuttosto personale, in effetti.

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

dato che oggi mi sono svegliato molto presto e mi aspetta un LUNGO viaggio in treno magari posso approfondire la questione. Intando ho trovato la referenza dell'esperimento citato dal tipo.

Dovrebbe essere questa:
Jacobo Grinberg-Zylberbaum, 1994, Physics Essays (Volume 7, pagine 422-428). Se intanto qualcuno ha accesso ai database scientifici può dargli un'occhiata. Io intanto vedo se riesco a trovare il testo completo dell'articolo, poi vi faccio sapere.

Michele ha detto...

">Dubito che si possa mai arrivare >a definire grandezze fisiche >misurabili che siano in relazione >univoca con i nostri pensieri,

ehm... un buon 20% delle persone che frequento sarebbe disoccupata se non si potesse fare.
Il fatto che la scienza sia limitata non significa che brancoli nel buio. :-)"

Guarda che attualmente non si può fare e per i limiti della scienza ho paura che non si potrà mai fare. Una cosa è trovare dei collegamenti che lasciano pensare a...tutt'altra cosa è trovare una relazione univoca.

Se proprio vogliamo essere precisi, solo la matematica è perfetta (ma esso è solo uno strumento, non è scienza), la fisica utilizza ottime approssimazioni, ma quando andiamo nel campo della medicina e del corpo umano la scienza lascia il posto alla statistica, questo dovresti saperlo.

Se si sarebbe potuto continuare ad avere certezze (quindi relazioni univoche) la statistica non avrebbe avuto senso di esistere e invece domina nel campo medico e anche chimico e ora si sta vedendo grazie alla fisica quantistica che anche per quanto riguarda la fisica il determinismo non esiste ma si possono solo asserire cose in termini possibilitici, quindi dove và a finire la famosa ripetibilità della scienza se nel micro non accade esattamente nulla di ripetibile?

La parola scienza è usata troppo impropriamente, fidati.

Avevo scelto biomedica come settore e me ne sono pentito, io cercavo qualcosa di scientifico applicato al corpo umano e invece ho avuto a che fare veramente con il brancolare nel buio e metodi tutt'altro che scientifici, parlo di approssimazioni da rabbrividire, di variabili e fattori fondamentali che non si considerano quando si vuole "dimostrare" qualcosa, ognuno fà quello che si pare nel settore biomedico, ho visto pubblicazioni di istituti americani in cui si fanno errori su circuiti RL, cose dell'altro mondo, quando si mischiano gli ingegneri con i medici e i medici provano a fare gli ingegneri in un settore dove è impossibile fare gli ingegneri i risultati sono tutt'altro che scientifici ma si vantano di essere tali.

A tutti sarà capitato e anche più volte di leggere articoli in cui si afferma che la scienza ha dimostrato che...e altri in cui la scienza ha dimostrato il contrario (mi riferisco su cose che hanno a che fare con la nostra mente).

E' da prendere tutto un po' con le pinze anche perchè troppo spesso ci sono dietro finanziamenti mirati a far dimostrare una certa cosa o il contrario e puntualmente la "scienza" ci riesce (mi riferisco sempre a cose che hanno a che fare con il corpo umano, dove è facile mischiare le carte).

Ciao

Anonimo ha detto...

a proposito di dvd ho scoperto come vedere dei film gratis online http://nalya.wordpress.com/2008/06/20/film-gratis-online/

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

>ma quando andiamo nel campo della >medicina e del corpo umano la >scienza lascia il posto alla >statistica

Una statistica avanzatissima, mica una roba fatta di medie e percentuali.

>solo la matematica è perfetta

Se è perfetta perchè ci sono ancora ricercatori di matematica? Cosa stanno ricercando secondo te?

>Se si sarebbe potuto continuare >ad avere certezze (quindi >relazioni univoche) la statistica >non avrebbe avuto senso di >esistere


Fai un po' di confusione. In primo luogo la scienza non va alla ricerca di certezze. Non esiste una singola teoria scientifica che può definirsi certa in eterno. In secondo luogo Il cervello umano è l'oggetto più complesso che esiste in questo universo, non è un corpo che cade in piano inclinato. La scienza che lo studia non va alla semplice ricerca di relazione univoche.

>La parola scienza è usata troppo >impropriamente, fidati.


Fidati? :-) Con permesso, non credo che tu dica stupidaggini, credo che esprimi liberamente le tue opinioni, ma temo di non potermi "fidare" di te... dovi argomentare. :-)

A me sta venendo il dubbio che tu conosca le neuroscienze solo tramite quello che leggi nei giornali e nelle riviste.... permettemi io le neuroscienze le studio da anni, convivo con ricercatori, frequento laboratori di scienze cognitive, lungi da me essere un guru infallibile, ma ho bisogno di qualche dettaglio in più per potermi "fidare".



>A tutti sarà capitato e anche più >volte di leggere articoli in cui si >afferma che la scienza ha >dimostrato che


Ah, ecco, non vorrei essere malizioso, ma questa sembra una frase di chi ha letto solo articolo scritta da "giornalisti". :-)) O sbaglio?

> ci sono dietro finanziamenti mirati a

Sì, magari nello 0,1% delle ricerche. Quelle inuitli da un punto di vista scientifico che appaiono nei quotidiani.

>dove và a finire la famosa >ripetibilità della scienza se nel >micro non accade esattamente nulla >di ripetibile?

Ripetibilità, falsificabilità, gruppi di controllo, variabili misurabili quantitivamente, gruppi distribuiti casualmente tra le variabili indipendenti: c'è tutto, non ti preoccupare.

Ma scusa non parlavi dei limiti della scienza? Guarda che anche la scienza ha dei limiti anche se è fatta da esperimenti ripetibili. Non è che se io dico che le neuroscienze sono scienze, allora sono la Bibbia, però rimangono scienze.

Gli esperimenti sono ripetibili eccome. Facciamo un esempio vecchio di 80 anni.

Vai su questa immagine, vedrai DUE serie di parole colorate. Il tuo compito è quello di pronunciare ad alta voce il COLORE delle scritte, (non la parola, ma il colore della parola). Ora trovami un solo essere umano maggiorenne (madrelingua italiana) che è in grado di pronunciare il colore della prima serie più velocemente o altrettanto velocemente della seconda serie (senza nessun tipo di apprendimento, quindi per sicurezza prendiamo solo persone che hanno visto quell'immagine per la prima volta).

Non è dimostrabile? Non è misurabile? Eppure stiamo parlando di mente umana. Questo è un esempio di un dato ripetibile e falsificabile.

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

e comunque stiamo andando off-topic

Michele ha detto...

Che la matematica sia perfetta non significa che non sia ancora sviluppabile (sono due concetti totalmente diversi, altrimenti ci saremmo fermati al 2+2=4 che è perfetto ma non è tutto). Per questo esistono i ricercatori, non certo per scoprire che un domani 2+2 farà 5, quanto appurato e fatto fino ad oggi resta valido nella matematica, in altre branche della scienza non credo proprio che tu possa dire la stessa cosa e la medicina è tra le peggiori in tutto questo.

La statistica può essere avanzata quanto ti pare, questo vorrà solo dire che si avrà maggior probabilità di avvicinarsi alla realtà, quindi non è comunque di realtà che stiamo parlando (ma POTREBBE esserlo).

Ecco, per esempio il tuo concetto di ripetibilità riguardo all'immagine non ha ninete di Scientifico, ma solo statistico e/o empirico.

Rigurado gli articoli si, leggo per la maggior parte articoli di giornalisti, riviste e libri, ma non solo, a lezione all'università ho avuto a che fare come ti ripeto con pubblicazioni scientifiche ridicole, ora puoi ovviamente fidarti o meno, ma se è vero come dici che le neuroscienze le studi da anni, convivi con ricercatori, frequenti laboratori di scienze cognitive non posso credere che tu non abbia avuto a che fare con lavori ritenuti "scientifici" che in realtà erano delle vere e proprie "porcate". Ne ho avuto a che fare io con la mia piccolissima esperienza universitaria vedendo come funziona e come molti istituti lavorano, stento a credere che a te non siano mai capitati sotto mano certi "lavori scientifici". Il problema è che per l'opinione pubblica lo sono e si usa poi impropriamente la parola scienza.

Comunque tranquillo, non è che ti devi fidare di me, ci mancherebbe ed hai ragione tu, stiamo decisamente andando fuori tema, quindi cercherò di evitare altre risposte a riguardo.

Ciao

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

continuo a non essere completamente d'accordo con te, ma avrei voglia di continuare questa discussione. Se ne hai voglia anche tu cosa ne dici di continuare la discussione in privato?

Michele ha detto...

Sarebbe un piacere per me, se vuoi ho aperto da poco un forum, se per te va bene potremmo continuare lì:

http://wwwnonsolospiritualita.forumup.it/

Alessio ha detto...

In ogni caso se la volete continuare qui la discussione fate pure, mi piace leggervi :)

Michele ha detto...

Se per te va bene Alessio, per me possiamo anche continuare qui, con calma e anche nei prossimi giorni visto che sono parecchio impegnato in questo periodo.

Immagino andremo sicuramente fuori tema, come tra l'altro abbiamo già fatto :) io sono un po' fatto così, ogni argomento tira l'altro e mi piace divagare un po'...

Michele ha detto...

Mi è venuta in mente proprio ora una cosa che vorrei postare prima o poi nel mio blog in maniera dettagliata e precisa, ma alla fine non so quando la farò per bene, quindi lo chiedo a te Alessio, se ti và e hai tempo, perché non fai un bel post su come "come nasce un nuovo farmaco", trovi diverse cosette anche su Wikipedia, vedrai che se non lo sai ti si aprirà un mondo nuovo questa branca della "scienza".

Ti faccio un sunto superficiale e grossolano andando dritto al problema e trascurando molti altri aspetti ovviamente.

Condizione necessaria (non sufficiente eh, ma necessaria) affinché un farmaco possa essere ritenuto tale e poter ottenere la commercializzazione è che abbia un effetto curativo maggiore a quello che è ritenuto lo "zero farmaceutico" e cioè l'effetto placebo.

Ora ti voglio far capire quale è il problema. Supponiamo che da una certa malattia il 30%% delle persone guariscono per effetto placebo. Se 2 farmaci, uno vecchio come il mondo o magari la semplice vitamina C che puoi ottenere mangiando un'arancia (che purtroppo per le multinazionali l'arancia non è brevettabile) e un'altro nuovissimo, con molti stipendiati dietro hanno il primo (naturale) una percentuale di guarigione dell'80% e il secondo (chimico) del 50%, il farmaco potrebbe essere autorizzato alla commercializzazione e molto probabilmente se non trova intoppi nelle altre fasi, lo sarà.

Ora però un'arancia credo proprio che abbia effetti collaterali paragonabili a quelli della stragrande maggior parte dei farmaci, mentre il farmaco ne avrà probabilmente parecchi (per farvi un'idea prendete anche la più stupida delle medicine che avete in casa e provate a leggerli nel foglietto, vi metterete paura).

A questo punto, si immetterà il nuovo farmaco nel mercato, si fà partire l'orda di "professionisti" ad istruire i medici sull'ultimo farmaco ritrovato e vai con le riecette.

Anche questa è "scienza" caro Alessio e Homo sapiens.

Non sarebbe un tantino più intelligente andare a considerare per ogni malattia come "zero farmacologico" quello del farmaco che permette statisticamente la maggior percentuale di guarigioni a parità di effetti collaterali o quello che ha minori effetti collaterali a parità di effetto curativo?

Eh no, poi come si fà a specularci sopra? E che gli fà se ci va di mezzo la salute della gente.

La scienza è una bellissima cosa, ma attenzione, va conosciuta un tantino e come tutte le cose quando la conosci anche un tantino cominci a trovarci il marcio (tranne che nella matematica, almeno credo :D)

Michele ha detto...

Ciao Alessio, proprio poco fa mi sono messo a scrivere, ma erano veramente troppe le cose da dire, allora poi ho deciso di scriverle nel forum.

Ci sarebbero state tante altre cose da dire e da postare, ma per ora non ne ho il tempo.

Secondo me è molto interessante mi farebbe piacere se almeno le leggessi, le ho scritte in questo thread:

http://wwwnonsolospiritualita.forumup.it/
viewtopic.php?p=89&mforum=wwwnonsolo
spiritualita#89

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

Ok, ci sto. Questa discussione continua qui.

E per la miseria, fate i bravi, se qualcuno sta seguendo questa conversazione venite a dire la vostra sul forum. Michele lo ha appena aperto, venite almeno a vedere se vi può interessare.

Michele ha detto...

Homo sapiens, già mi sto allargando io con la pubblicità del forum qui nel blog del buon Alessio che mi lascia fare :) con cui mi scuso per aver continuato nel forum, ma per argomentare bene ci sono veramente tante cose da dire e qui verrebbero commenti illeggibili credo.

Dai comunque cercherò di fare un sunto di alcune "chicche" qui di tanto in tanto su quello che ci diciamo nel forum.

Ciao, grazie e scusami ancora Alessio.

Michele ha detto...

Riporto alcune cosette in tema, tratte dal libro di Vittorio Marchi, "L'Uno detto Dio", MacroEdizioni (cito tutto solo per non violare il Copyright):

"L'esperienza dimostra che due grani di luce (si parlava di fotoni), pur separati da miliardi di chilomentri, fanno parte di una stessa totalità.

Ne è la prova l'evidenza che, indipendentemente da distanze che possono essere anche galattiche, esiste tra loro una sorta di interazione misteriosa, che non ammette discussioni.

Questa intuizione suggerì a David Bohm, grande fisico dell'Università di Londra (uno dei più grandi del secolo scorso), una strada diversa per comprendere la scoperta del professor Aspect. Che ci sono diversi livelli di consapevolezza e diversi tipi di realtà.

Per cui Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche rimangono in contatto, indipendentemente dalla distanza che le separa, risiede nel fatto che la loro separazione è una illusione (piccola parentesi mia, andate a vedere cosa è il concetto induista di Maya).

Bohm sosteneva infatti che, a un qualche livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni fondamentali di uno stesso "Organismo" di appartenenza. L'Organismo dell'Universo organico.

Secondo Bohm, il comportamento delle particelle subatomiche stava a indicare chiaramente che vi è un livello di realtà, del quale non siamo minimamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra."

...

Riporto poi un altro fenomeno fisico affascinante, l'entanglement.

Spiego in breve cos'è questo fenomeno citando il grandissimo fisico, matematico e premio nobel E. Schrödinger:

«Quando due sistemi, dei quali conosciamo gli stati sulla base della loro rispettiva rappresentazione, subiscono una interazione fisica temporanea dovuta a forze note che agiscono tra di loro, e quando, dopo un certo periodo di mutua interazione, i sistemi si separano nuovamente, non possiamo più descriverli come prima dell'interazione, cioè dotando ognuno di loro di una propria rappresentazione». (1)

(1) E. Schrödinger, Proceedings of the Cambridge Philosophical Society, 1935, 31, pag. 555

Ora considerato questo provate a pensare alla nostra vita quotidiana, alla nostra interazione con gli altri, ai nostri parenti, alla nostra madre da cui il nostro sangue proviene, al fatto che ci guardiamo negli occhi con gli altri (e chissà perché questo piccolo gesto fà entrare così tanto in contatto), ci scambiamo fotoni e particelle subatomiche con chi ci circonda e si stabiliscono fenomeni di "entanglement".

Pensate a quale connessione abbiamo con il prossimo, molto più di quanto possiamo pensare.

E dall'esperimento postato nel blog di Alessio, possiamo vedere che anche semplici interazioni con gli altri permettono di far variare alcuni parametri fisiologici del nostro cervello, anche se noi non ne siamo affatto consapevoli.

Quindi ragazzi amiamoci l'un l'altro, tanto amore, gratitudine e felicità a tutti, "perché è solo dando che si riceve" (cit.)

Un salutone :)

Antonio G. ha detto...

wow un ritrovo di umili esperti!
eheheh...scherzi a parte
mè capitato una volta di essere vicino a dei miei amici, e di pensare determinate cose, che subito dopo loro realizzavano!
che ne so...pensavo "sarebbe meglio chiudere la finestra" e qualche secondo dopo il mio amico si alzava per chiudere la finestra...cose così! magari è stata pura coincidenza, ma alla terza coincidenza consecutiva nella stessa sera m'ero spaventato! ehehhe

Michele ha detto...

Ciao Antonio, eheh come dici tu, coincidenza? Possibile tutto, però...

Voglio sbilanciarmi nelle mie credenze (che trovano fondamento scientifico in parte).

Tutto ciò che noi pensiamo influenza la realtà e ciò che ci stà intorno. Noi emaniamo con il nostro pensiero delle onde e interagiamo continuamente con il prossimo attraverso molti canali (respiro, vista, immagine dell'altro che è una cosa da non sottovalutare) e tanto maggiore è la nostra intensità nel "sentire" un pensiero quanto con maggior "potenza" esso verrà trasmesso e tenderà a realizzarsi.

Per "sentire" un pensiero mi riferisco alle emozioni forti o meno che proviamo relativamente a quel pensiero, se ci crediamo o meno.

Tutto quello che noi pensiamo crea la realtà.

Mi direte voi, allora se io penso e sento di avere una ferrari la avrò! Wow!

Si, è così, esattamente così.

Il problema è che TUTTO quello che noi pensiamo crea la realtà.

Alzi la mano chi di voi pensa di non poter mai riuscire a permettersi una ferrari o che non la potrà avere adesso :D

Dobbiamo fare i conti con noi stessi, è questo il problema grosso, con il nostro inconscio, i nostri dubbi e le nostre paure perché da un lato ci sono i nostri desideri, le nostre volontà e dall'altro ci sono le paure di non realizzarli.

Noi siamo il peggior nemico di noi stessi.

Per ora mi fermo qui, ma ci sarebbero molte e molte cose da dire a conferma di quanto ho espresso sopra e si sconfina anche subito nel religioso (ben venga) :)

Ciao a tutti

Michele ha detto...

Ah mi viene in mente un bell'esempio in cui abbastanza indipendentemente dall'ottimismo o pessimismo, per come funziona il nostro cervello, esso tenderà a focalizzarsi su una certa cosa, difficile spiegare a parole, vado con l'esempio.

Dovete fare un'esame universitario, avete studiato tutto tranne che una domanda, tutto e anche benissimo, tranne una cosa, vi sedete guardate il professore, lui è lì, può chiedervi tutto e sinceramente gliene frega poco di te, deve passare il suo tempo ed esaminarvi, per lui una domanda vale l'altra, non sapendo cosa chiedervi, vi chiede la prima cosa che gli viene in mente. Che domanda sarà tendenzialmente e perché? Provate a ripensare dove stava il vostro cervello in quel momento, cosa trasmetteva e con quale intensità!!! (paura) :D

Ora pensate ad un altra situazione, non avete studiato niente, ma solo una domanda perché sapete che l'esame consiste di solo una domanda orale.
Lui come prima è lì indifferente, pensa a una cosa la prima che gli viene in mente e ve la chiede.

A cosa stavate pensando? E' facile in questo caso che non avendo nulla da perdere, il vostro cervello era fisso nell'unica cosa che sapete, e con la grossa speranza di fare il colpaccio :) e magari sin da prima seppur scettici a parole vi eravate pregustati e assaporati cosa avrebbe voluto dire passare l'esame avendo studiato solo una cosa e ne avete sentito la gioia come se questo fosse già successo.

Beh, se le cose stanno così e la vostra "intensità" di pensiero è forte e il vostro crederci è così tanto da pregustarvi tutte le emozioni del successo sin da prima senza essere turbati da cattivi pensieri, molto ma mlto probabilmente quell'esame vi è andato bene poi.

Ora provate a pensare alla "fede" di cui parlava Gesù, alla preghiera, Gesù ci insegna che per pregare bisogna chiedere e ringraziare poi come la nostra preghiera fosse già stata esaudita (e cosa "sentite" voi in termini emozionali se la vostra preghiera è già stata esaudita? Gioia, felicità, sin da prima che la cosa succede. E cosa sono gioia e felicità? Emozioni che danno potere al pensiero, all'idea).

Se leggete bene il vangelo, esso sembra un manuale delle tecniche per fare i miracoli :) e non sto scherzando.

Vi cito un passo del vangelo di Matteo che la chiesa cattolica non guarda mai bene a fondo e inserisco tra parentesi i miei commenti, prima leggetelo senza le scritte tra parentesi, poi rileggetelo tutto con la mia interpretazione:

"Verso la fine della notte egli (Gesù) venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «E` un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!» (ha semplicemente comandato a Pietro di andare, come da lui richiesto, se sei tu...e infatti era lui). Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque (WOW!! PURE PIETRO LO SA FARE!) e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'IMPAURI' e, cominciando ad affondare (ops, che è successo??? Eppure Gesù gli aveva comandato di andare sulle acque, ah si è vero, questo non vuol dire che Gesù gli ha detto potrai camminare sulle acque grazie a me, quindi non è stato affatto Gesù a fare cilecca nel miracolo e infatti poi lo spiega Gesù cosa è successo), gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?»."

E' scritto tutto qui! Lì c'è il segreto dei miracoli.

E il fatto che Pietro per un attimo riuscì a camminare sulle acque non è dovuto alla grandezza di Gesù (come la chiesa fà passare questa storiella), ma alla fede cieca di Pietro in Gesù, lui grazie al comando di Gesù per un attimo era riuscito a scrollarsi di dosso tutti i dubbi e le paure, ma è durato solo un attimo, poi la tempesta ed è tornato il dubbio e in un attimo...puf, finito l'incantesimo :)

Che ne pensate?

Ora buon lavoro sulla vostra mente per riuscire a pensare positivo e a "sentire" positivo, questa è la parte più difficile, il dubbio non si scaccia facilmente e la nostra società, i nostri genitori, i nostri condizionamenti radicati non ci giocano certo a favore.

In bocca al lupo.

Anonimo ha detto...

Carissimo Alessio,
Ti ricordi, quando giustamente avevi tolto (perchè il testo era troppo lungo)le mie "Ssgrammaticate ed Inarticolate Riflessioni", dopo ti risposto che di sicuro ci sarebbe stato il momento giusto per affrontare certe nuove tematiche esistenziali.
Ti riporto uno studio in oggetto.
Ciao macistone il tuo sito sta crescendo come il tuo cuore.
Cordialmente
Raffaele

il Paradigma Olografico della realtà

NON TUTTO QUELLO CHE CHIAMIAMO REALTA’ E’ L’UNICA REALTA’


Nel 1982 un'équipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il più importante esperimento del 20° secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche,come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. È come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stiano facendo tutte le altre.

Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più veloci della luce è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l'ipotesi più accreditata è che l'esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non-locale.

David Bohm, noto fisico dell'Università di Londra, recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che la realtà oggettiva non esiste. Nonostante la sua apparente solidità, l'universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato.

Ologrammi, la parte e il tutto in una sola immagine Per capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima comprendere la natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l'aiuto di un laser: per creare un ologramma l'oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica.

Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità di tali immagini non è l'unica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se l'ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora l'intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall'ologramma integro. Questa caratteristica degli ologrammi ci fornisce una maniera totalmente nuova di comprendere i concetti di organizzazione e di ordine. Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da questo tipo di approccio.

Questa intuizione suggerì a Bohm una strada diversa per comprendere la scoperta del professor Aspect. Diversi livelli di consapevolezza, diverse realtà Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione. Egli sosteneva che, ad un qualche livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso "organismo" fondamentale. Per spiegare la sua teoria Bohm utilizzava questo esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche che l'acquario non sia visibile direttamente ma che noi lo si veda solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario. Mentre guardiamo i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l'altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente. Se restiamo completamente all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo arrivare a credere che i due pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente.

Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica chiaramente che vi è un livello di realtà del quale non siamo minimamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra. La realtà spirituale citata da tanti illuminati

Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse non sono "parti" separate bensì sfaccettature di un'unità più profonda e basilare che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste "immagini", ne consegue che l'universo stesso è una proiezione, un ologramma.

Il magazzino cosmico di tutto ciò che è, sarà o sia mai stato Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione tra le particelle subatomiche è solo apparente, ciò significa che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate.

Gli elettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone che nuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo.

Tutto compenetra tutto. Sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni dell'universo, ogni suddivisione risulta necessariamente artificiale e tutta la natura non è altro che una immensa rete ininterrotta. In un universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Poiché concetti come la località vengono infranti in un universo dove nulla è veramente separato dal resto, anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV) dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso. Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistono simultaneamente;
questo implica che, avendo gli strumenti appropriati, un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realtà e cogliere delle scene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cos'altro possa contenere il super-ologramma resta una domanda senza risposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia stata e che sarà, nonché ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene grigie ai raggi gamma. Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto ciò che Esiste.

Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello superolografico della realtà potrebbe non essere altro che un semplice stadio intermedio oltre il quale si celerebbero un'infinità di ulteriori sviluppi. Poiché il termine ologramma si riferisce di solito ad una immagine statica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere l'universo col termine "olomovimento".

Affermare che ogni singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso della pellicola integra significa semplicemente dire che l'informazione è distribuita non-localmente. Se è vero che l'universo è organizzato secondo principi olografici, si suppone che anch'esso abbia delle proprietà non-locali e quindi ogni particella esistente contiene in se stessa l'immagine intera. Partendo da questo presupposto si deduce che tutte le manifestazioni della vita provengono da un'unica fonte di non causalità che include ogni atomo dell'universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è allo stesso tempo parte infinitesimale e totalità di "tutto". Il cervello è un ologramma capace di conservare 10 miliardi di informazioni ...

Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell'Università di Stanford, si è convinto della natura olografica della realtà. Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni '20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone del cervello: dagli esperimenti nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, fin quando Pribram non applicò a questo campo i concetti dell'olografia. Il Dott. Pribram crede che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica. Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe anche in che modo questo organo riesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato. È stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacità di immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l'equivalente di cinque edizioni dell'Enciclopedia Treccani!) e si è scoperto che anche gli ologrammi possiedono una sorprendente capacità di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio ... ma anche di correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo Anche la nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall'enorme magazzino del nostro cervello risulta spiegabile più facilmente, se si suppone che esso funzioni secondo principi olografici. Non è necessario scartabellare attraverso una specie di gigantesco archivio alfabetico cerebrale perché ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: un'altra particolarità tipica degli ologrammi. Si tratta forse del supremo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata. Un'altra caratteristica del cervello spiegabile in base all'ipotesi di Pribram è la sua abilità nel tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. che esso riceve tramite i sensi, nel mondo concreto delle nostre percezioni. Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio. Così come un ologramma funge, per così dire, da strumento di traduzione capace di convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente, così il cervello usa i principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori. Vi è una impressionante quantità di dati scientifici che confermano la teoria di Pribram, ormai, infatti, condivisa da molti altri neurofisiologi.

Il ricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha recentemente applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umani possono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, abilità che conservano anche se sordi da un orecchio. È risultato che ciascuno dei nostri sensi è sensibile ad una varietà di frequenze molto più ampia di quanto supposto. Ad esempio: il nostro sistema visivo è sensibile alle frequenze sonore, il nostro senso dell'olfatto percepisce anche le cosiddette "frequenze osmiche" e persino le cellule del nostro corpo sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che è solo nel dominio olografico della coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise. La realtà? Non esiste, è solo un paradigma olografico Ma l'aspetto più sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram è ciò che risulta quando lo si unisce alla teoria di Bohm.
Perché se la concretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e se persino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa resta della realtà oggettiva? Per dirla in parole povere: non esiste

Come avevano lungamente sostenuto le religioni e le filosofie sia orientali che occidentali, il mondo materiale è una illusione.

Noi stessi pensiamo di essere delle entità fisiche che si muovono in un mondo fisico ma tutto questo fa parte del campo della pura illusione. In realtà siamo una sorta di "ricevitori" che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne estraiamo lo trasformiamo magicamente in realtà fisica: uno dei miliardi di "mondi" esistenti nel superologramma.

Questo impressionante nuovo concetto di realtà è stato battezzato "paradigma olografico" e sebbene diversi scienziati lo abbiano accolto con scetticismo, ha entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori è convinto che si tratti del più accurato modello di realtà finora raggiunto dalla scienza. In un universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili di un ologramma e tutto è infinitamente interconnesso, i cosiddetti "stati alterati di coscienza" potrebbero semplicemente essere il passaggio ad un livello olografico più elevato.

Se la mente è effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano. Immaginarsi malati, immaginarsi sani Il paradigma olografico ha delle implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che una illusione olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l'illusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come "fisico". Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche ha spinto i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto ciò che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l'apparente struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina. Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell'ologramma corporeo.

Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la "visualizzazione" risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la "realtà". Il mondo concreto è una tela bianca che attende di essere dipinta. Perfino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono venire facilmente spiegate se accettiamo l'ipotesi di un universo olografico. Nel suo libro "Gifts of Unknown Things", il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che, eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi. Watson riferisce che mentre lui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scomparire gli alberi diverse volte. Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegare tali fenomeni, esperienze come queste diventano più plausibili qualora si ammetta la natura olografica della realtà.

Forse siamo tutti d'accordo su cosa esista o non esista semplicemente perché ciò che consideriamo "realtà consensuale" è stato formulato e ratificato ad un livello della coscienza umana nel quale tutte le menti sono illimitatamente collegate tra loro. Se ciò risultasse vero, sarebbe la più profonda ed importante di tutte le conseguenze connesse al paradigma olografico, implicherebbe infatti che esperienze come quella riportata da Watson non sono comuni solo perché non abbiamo impostato le nostre menti con le convinzioni atte a renderle tali. In un universo olografico non vi sono limiti all'entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realtà perché ciò che percepiamo come realtà è soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo. Tutto diviene possibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontri con don Juan, lo sciamano Yaqui descritto nei suoi libri. Tutto questo non sarà né più né meno miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro piacimento durante i sogni. Tutte le nostre convinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realtà.

E’ IL CAMMINO EVOLUTIVO DELL’ESSERE UMANO CHE PIANO PIANO SI AVVICINA ALLA FONTE DI TUTTE LE COSE, ALLA VERA REALTA’ CHE VA OLTRE L’IMMAGINARIO, ALL’UNITA’ DI TUTTE LE COSE

Alessio ha detto...

Raffaele grazie per il tuo contributo, l'ho trovato molto interessante

Anonimo ha detto...

Carissimo Alessio,
Vorrei dire tante cose, perché sopratutto oggi con i nuovi mezzi di comunicazione, bisogna approfondire e far conoscere, divulgare e trasmettere a tanti (soprattutto a voi giovani che siete il futuro di questa nostra umanità) lo studio proposto da tanti veri e sani ricercatori della verità. Corrado Malanga è un vero pioniere e suggerisco a tanti di leggere e capire oltre a quello che è stato riportato dal sig.Diego, altre sue interessanti ed importantissime ricerche sulle terrificanti ABDUCTION.

Quando si entra il quel sentiero iniziatico della ricerca circolare e radiale delle verità, sopratutto perché la vita ti ha assai provato nel cuore con il massimo indefinibile, indescrivibile, inaccettabile dolore che un genitore possa subire; allora anche senza alcuna giusta e sana conoscenza, anche con molta ignoranza sia colturale che intellettiva, istintivamente usi il CUORE.

E’ come un cane malato che trova l’erba necessaria alla sua guarigione senza nulla conoscere, senza nessuna consapevolezza della vita. Inconsapevolmente una forza lo guida in virtù di quella intelligenza che madre natura gli ha dotato che agli occhi del profano è chiamata ISTINTO. Così e molto di più è nell’uomo che in certe condizioni o stati dell’essere, per una Volontà Divina, per una Legge Divina, riattiva quelle forze necessarie che lo conducono a compensare i vuoti prodotti dalla vita e a volte anche al risveglio e alla comprensione delle verità celate.

Usi il cuore come massimo organo sensoriale di percezioni perché molte cose devono essere capite, contemplate in modo diverso, per trovare risposte e vibrazioni nel nostro essere, nel nostro percepire istintivo, intuitivo, inferenziale/logico deduttivo di discernimento focalizzandole nel nostro cuore.

E’ come dice ZARILLO in un suo dolce cantico "l'errore più grande a cui l'uomo può credere mai è cercare lontano le cose che ha dentro di lui" Tutte le risposte sono dentro di noi, basta fermarsi, riflettere contemplare e cercare di capire che come noi, altri nella storia passata, certi uomini, a volte anche non citati, sono stati propulsori, nel pensiero, nelle arti e nelle scienze nel loro tempo, per il loro tempo, oltre il loro tempo e per il prossimo.

Se solo cominciassimo a vedere la realtà che ci circonda con più attenzione, con più sentita riflessione, con una visione che non è solo razionale, logica, intellettiva o prettamente intellettiva o assai egoistica e assai materialistica, ma con quel innato strumento interiore che è presente nel nostro CUORE nella nostra ANIMA, nel nostro ESSERE nel nostro SPIRITO IMMORTALE. Con quell’analisi introspettiva, con quell’analisi interiore, con quella coscienza interiore, con quell'autocoscienza non razionale che da fuori potrebbe e sembra essere PAZZIA, ma che abbraccia tante cose, che ci permette di percepire tanti altri scenari, tanti altri aspetti, tante altre prospettive tante altre angolazioni e visioni. In una sintesi, in un quadro d’insiemi, dove ogni tassello, ogni variabile, ogni pur minimo particolare acquista un suo significato ma soprattutto, il suo vero significato in questo nostro vivere la vita. Perché così come nel pensare / ragionare / riflettere / meditare / contemplare a volte si è nelle condizioni di coerenza neurofisiologica di sincronismo tra i due emisferi che portano a momenti d’ipercoscienza, cioè di scoperta di nuove idee creative, di INSIGHT che a volte ci permette anche partendo dalla tridimensionalità di percepire le realtà trascendentali, così nel sentire è celato il grande mistero. Come disse Aristotele “NULLA E’ NELL’INTELLETTO CHE NON SIA PRIMA NEI SENSI”. Capite che, molte volte basta abbandonare la parte del raziocinio intellettivo, la parte logica, la parte maschile, la parte pensante, per farsi trascinare e fluttuare come una goccia d’acqua, in un fiume fatto di soli sentimenti, di semplici percezioni sensoriali, affinché attraverso quel sentiero, questa strada questa via, quel silenzio interiore, si possa percepire e contemplare se stessi e la vera realtà unitaria? Perché non si vuole accettare e credere nell’idea di una conoscenza integrale già preesistente, celata nell’intimo profondo del cuore quale fulcro dell’integrità spirituale d’ogni essere, sede di tutti gli atti conoscitivi dell’anima?

Come ci è tramandato da tantissimi illuminati, da tantissimi artisti, da tantissimi pensatori e maestri di saggezza della nostra storia e della storia antica: “SIAMO DEI, SIAMO I COSTRUTTORI DELLE NOSTRE REALTA’” perché ogni colore, ogni profumo, ogni parola, ogni suono, ogni sensazione, ogni azione, ogni movimento, ogni pensiero, ogni sentimento è vibrazione. OGNI VIBRAZIONE E’ REALTA’ MANIFESTA. Nella fisica quantica è il collasso di particelle subatomiche emesse dall'osservatore, che si adattano alla realtà osservata/osservabile dal pensiero del suo pensatore è come dire che siamo i costruttori della realtà che percepiamo, in uno spazio/tempo dove esistono tutte le probabilità e possibilità di creare manifestare e sperimentare il vero potere del verbo della parola sacra e del vero pensiero creativo. Permettendo a noi stessi di fondere nell’unità quelle DUALI forze opposte e trasmutarle in forze unificanti di creatività.

Perché è l’essere umano che per un principio creativo ed evolutivo, per capire meglio, per risalire alla sua fonte, all’origine di tutte le cose, scinde e frantuma continuamente la realtà, che per sua natura è unitaria, in tante diverse realtà che s’identificano e si aggregano nel dualismo?

Capite che come disse Wagner nel Persifal “la ferita può richiuderla solo la lancia che l’ha aperta”. Perché è necessario a volte anche con tanto dolore con tanta lotta, espandere la coscienza, attraverso la continua ricerca di quella invisibile e celata coppa d’oro. Affinché per lo stesso principio di causa ed effetto, si possa ricostruire, si possa risanare quella ferita che fu creata apposta, affinché si possa riconciliare ogni frammentata realtà duale con quell’unità reale che fu scissa apposta in maschio e femmina e che siamo noi stessi a diversificare, a frantumare e a lacerare continuamente?

Capire la dinamica e la correlazione delle forze duali è già tanto, perché per un principio d’attrazione / repulsione le due forze opposte tendono a bilanciarsi. E’ come se combattendo il male, l’oscurità non fa altro che rafforzarsi e di conseguenza tenderà a dominare sulla luce che a sua volta cercherà di opporsi. Creando un continuo instabile processo disarmonizzato che non conduce a niente ma solo a squilibrio, a conflitto duale e ad illusorio potere.

Come nel passato, anche oggi, agli occhi del profano e del non conoscitore tante cose prima ritenute e classificate MIRACOLOSE, ieri oggi e domani saranno scienza derivata da una lenta e tormentata, ma saggia e continua ricerca. Conoscenza che per un principio naturale per un principio universale, rilasciando sempre di più quella dissonanza quelle differenze separatistiche, quell’illusione del potere ci proietterà verso quella consapevole evoluzione che è il cuore flusso portante di tutte le cose.

Come il buon Platone ci tramanda nel mito della caverna degli specchi della mente: Immaginate che questa vita sia un meraviglioso gioco virtuale in uno dei tanti universi olografici che la nostra mente elabora continuamente e che solo trascendendo o armonizzando questa ultima possiamo elevarci all'essere che è dentro di noi. Gesù e tanti altri maestri di saggezza sono discesi in questo piano del confronto indicandoci e tracciandoci la via del ritorno. Del ritorno al Padre di tutte le cose, che aspetta sulla soglia della consapevolezza, quel figliol prodigo tanto amato, tanto atteso, da tanto tempo dimenticato.


Credetemi, quando nel proprio cuore, nella propria mente si unificano religione pensiero filosofico, scienza classica e nuova scienza che si basa sulle teorie insiemistiche, sulle teorie olografiche delle Apparenze, sulle teorie della Psicobiofisica e della nuova Quantistica; si aprono nuovi portali che ci fanno capire anche se frammentariamente la Metafisica delle Cause Prime. Quelle Verità che sono state espresse in forma simbolica, in forma esoterica ed exoterica in tanti testi antichi, in tante sacre scritture, sia occidentali che orientali che ci rapportano a quell’analogia, a quella corrispondenza, a quella distanza dall’uomo a DIO che in verità è la stessa di quello che rapporta con il nostro Sé interiore. Sembrerà strano ma di sicuro, oggi la scienza e l’analisi comparata ci avvicina molto per comprendere la legge che regola e lega la legge di separazione / congiunzione (solve et coaugula).

E’ l’ascensione archemica nel cammino dell’Uomo verso l’infinito dove Natura e Dio, Materia e Spirito finiscono per coincidere nell’UNO.

Quando questi quesiti, queste visioni diventano appena più grandi e assumono una diversa interpretazione nella nostra mentalità occidentale, già è l'immenso sentimento che non trova parole adatte per essere tradotto nel linguaggio umano. Allora riscopri nella filosofia/religione l'antica scienza magica, la scienza arcana, il misticismo, la scienza occulta, la teosofia l'antroposofia, il puro pensiero e la ricerca continua delle verità, riscopri la geometria sacra, la vera mitologia, la vera astronomia/astrologia l’astrogenetica, l'archeologia, la panteologia, l’antropologia e la metafisica dei grandi pensatori della nostra storia e della storia antica.

Riscopri il linguaggio nascosto ermetico/simbolico che si cela in ogni testo in ogni poesia, in ogni tradizione, in ogni costume, in ogni arte, in ogni frammento, in ogni pietra in ogni pensiero rivelato. Rileggi i vangeli, le sacre scritture e tanti altri testi, con un'altra visione, con un'altra chiave di lettura che tutto mira a conciliare quel paradosso, quella teoria della coincidenza degli opposti nel caos della realtà duale materiale / immateriale sensibile / soprasensibile visibile / invisibile temporale / a temporale passato / futuro guerra / pace, male / bene luce / buio ecc due facciate della stessa medaglia due forze opposte arimaniche/lucifere che sono movimento sono vita e complementari eterni l'eterno femminile e l'eterno maschile che è presente in ogni cosa della manifestazione.
E' come una batteria che senza le sue cariche opposte non darebbe energia. Tutto è movimento in un continuo e armonioso alternarsi di un suono, in un'infinita ciclica e spiraliforme danza cosmica che è vita. La saggezza sta nella conoscenza e nell'equilibrio di tutte le forze.

Tutto questo ci fa capire che è necessario prima per conoscere, sperimentare le forze opposte e dopo con compassione con amore e con saggezza armonizzare, bilanciare o trasmutarle in forze creative.

Pensate che possa bastare una sola esistenza per arrivare alla vera conoscenza, alla saggezza e a quel DIO INTERIORE che è presente in ogni essere?



Mi fermo, non dico altro, ma in tutta sincerità vorrei ri-svegliare tante riflessioni e tante giuste sentire critiche.

Cordialmente
Raffaele

Anonimo ha detto...

Carissimi,
Mi rivolgo a Voi giovani; Alessio, Michele, Homo Sapiens e a tanti.
Pensate che questo mio dire sia Inaccettabile, Insensato, Illogico e tante altre negazioni?
I tempi sono maturi, anzi direi che siamo fortemente in ritardo con la consapevolezza richiesta per la grande transazione dimensionale.
C'è tanto male nel mondo e occorre applicare il cuore per trovare le giuste soluzioni.
Non basta affermare che il singolo non può far niente in questo sistema cosi corrotto.
Ne basta uno solo che raggiunga la consapevolezza sulla vera realtà e cambierà il mondo.
Come disse Gesù: Siamo Dei, ma abbiamo scordato e ci hanno fatto fatto scordare di questa nostra celata umile e regale divinità..
Nell’attesa di una Vostra cortese risposta.
Ciao Ragazzi, ricordatelo, siete DIO, riscoprite quel Dio interiore, è dentro il vostro cuore, non fatevi abbidonare dalle apparenze e da nessuno che voglia opprimere l’innato spirito di libertà e di verità.
Cordialmente
Raffaele

Anonimo ha detto...

Carissimi
per una visione più grande che parte dal cuore Vi suggerisco di prelevare dal sito www.edicolaweb.net, libri gratis, con titolo "LA LEGGE DEL PADRE". Scritto da un vero sano ricercatore delle varità, il dott. Orazio Valenti.
Cordialmente
Raffaele

homo sapiens v. 2.00 ha detto...

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homo sapiens v. 2.00 ha detto...

1:Raffaele il primo commento spontaneo che mi possa venire in mente è che se vuoi lasciare un lungo commento dovresti almeno usare i grassetti è faticoso leggere testi lunghi sullo schermo, se usi i grassetti posso scorrere il testo più velocemente, in effetti non sono riuscito a leggere tutto quello che hai scritto (per accorciare ho saltato tutti i paragrafi sulla psicologia e sulle neuroscienze, alla fine l'ho letto per tre quarti), spero ci siano riusciti gli altri.
(per i grassetti usa la TAG <b> , così:
<b>qui scrivi il testo in grassetto <b/> ... ricordati di mettere il simbolo / nella tag di chiusura sennò ti viene tutto il commento in grassetto, prova a scrivere un commento di una riga con una parola in grassetto, per fare un test)

2:la seconda cosa che noto è che nel testo usi parole come "potrebbe", "assumiamo che", "supponendo che esista"... ma poi alla fine sembra che dobbiamo tenere tutto questo per certo e allora mi chiedo se tu non abbia fatto il passo più lungo della gamba.

3: mi dispiace, ma tutto questo non mi dice nulla di particolare, nè ci vedo nulla di nuovo, mi sembra roba che sia statà già scritta,già discussa e già digerita.

4: CAPIAMOCI: non dico che sia falso, illogico e stupido, anzi, probabilmente è così. Probabilmente. E' un po' come se uno mi dicesse che se prendessi una determinata strada potrei trovare meno traffico, "potrei", ma non so se davvero ci sia il traffico; magari è così, magari no, ma non ne farei una ragione di vita, mi terrei per buono il fatto che magari è così, nulla di più.

5: "Ne basta uno solo che raggiunga la consapevolezza sulla vera realtà e cambierà il mondo.".... perchè ne basta uno?

6: questa strategia per cambiare il mondo che differenza ha di preciso con le altre? La dinamica mi sembra la stessa: "eccoti una nuova verità, credi alla nuova verità, diffondi la verità, il mondo sarà bello quando tutti crederanno a questa verità". Se questa è la tua strategia devi fare i conti con le centinaia di verità che mi hanno proposto di credere per cambiare il mondo, non è che le altre sembravano verità meno convincenti di queste e tutte comunque dovevano fare i conti con il punto due e il punto quattro, perchè dovrei credere proprio a questa?

con rispetto.

Anonimo ha detto...

Carissimo Homo Sapiens,

Ti ringrazzio per i tuoi suggerimenti, sono giusti, forse ridico tante cose già dette e risapute, ma sono nate spontanee nel mio cuore e vorrei spiegarti anche del perchè dei mie passi forse troppo lunghi.

Chi Vi parla non è un padre che per la perdita del suo seguito, del suo immenso amore, del suo amato figlio, sia diventato pazzo per il dolore, c’è mancato poco, perché è facile cadere in questo stato, quando la vita si ribalta, quando si pensa di aver perso tutto, quando il dolore è così straziante, indefinibile indescrivibile intollerabile, inaccettabile che sembra che sia l’unica cosa rimasta in questa vita. Dove i principi, gli ideali, gli obiettivi, i sentimenti e persino il credo, non contano più niente, dove quasi estraneo persino a te stesso, ti muovi e agisci come un fantoccio, un automa, guidato solo da quell’apparente coscienza esteriore, che ti conduce alla fine di questa vita, alla fine del sentiero smussando ed allontanando ogni fiamma ogni gioia, ogni tristezza, ogni dolore percepito, aspettando quasi che sia il tempo l’eterno risolutore. E’ come dire nel dire di molti, che col tempo la rassegnazione amalgama ogni cosa, ogni dolore. Non ha senso questa vita se tutto questo non è finalizzato a qualcosa di più grande di quello che le apparenze ci conducono a pensare.

Non Vi nascondo che nella mia natura sono forte più di quanto si possa immaginare, ma non basta, ce ne vuole tantissima di forza e soprattutto di forza interiore. Cosa certa e vera è che questi stati di vuoto, di dolore indefinibili, indescrivibili, non rapportabili con le parole, hanno cambiano molte cose dentro di me, aprendo nuove percezioni, nuovi orizzonti, nuovi portali alla mia mente e al mio cuore ma, anche nuovi conflitti esteriori ed interiori. Perché tanti dicono e pensano che non basta combattere il dolore l’avrebbe sempre vinta, si deve convivere con il dolore, accettarlo per quello che è, perché così è la vita, e la vita continua nonostante il nostro immenso indefinibile vuoto di dolore. Ma la mia natura assai ribelle, contraddittoria, testarda e libera mai mai e poi mai avrebbe accettato tutto questo.

Destato nel mio cuore, mi sono chiesto, può darsi che è solo la mia ignoranza che mi fa soffrire insieme ai miei cari. Quel Dio dei nostri padri mi ha anche fatto dono della facoltà di pensare, e se non ricordassi male, mi ha anche detto che chi avrà sete sarà saziato, chi cercherà troverà o chi busserà alla porta gli sarà aperto. Allora mi sono ricordato abbandonando ogni dogmatica benevola cieca fede, di quel buon pastore, che aveva lasciato incustodite le sue 99 pecore per andare alla ricerca di quell’unica pecora smarrita? Nel capire la parabola, mi sono detto, forse è meglio se cerco di espandere la mia coscienza, attraverso la vera ricerca, per meglio capire che cosa sia effettivamente questa vita.

E’ quello che ho fatto e continuo a fare. Credetemi, con molto coraggio, con tanta lotta interiore, anche recando tanto sconforto, per il tempo che ho sottratto e che sottraggo al loro cuore, per le mie circolari e radiali numerose ricerche, per tutto quello che trasmetto, attraverso questo mio dire, questa mia visione, recando per l’incomprensione, tanto dolore a me stesso, ai miei e a tanti cari amici.

Credetemi, è molto più importante riscoprire dentro di noi anche se in un frammento quella benevola vera fede che i nostri padri ci hanno trasmesso che accettarla inconsapevolmente senza nessuna sentita e percepita intima riflessione. Ogni gioia o dolore che abbiamo ricevuto o dato, ogni piccolo passo, ogni conquista che abbiamo fatto anche se piccola come un granello di sabbia che nasce dal proprio essere, con il proprio sudore, con il proprio sforzo, con le proprie capacità, con i propri sentimenti anche con molta ignoranza, anche con ogni inconsapevole conoscenza, anche con ogni sentita lacrima che nasce dal proprio cuore, è una crescita interiore immensa che vale più di tutti gli invocati, richiesti o ricevuti tesori di questo mondo.

Molte volte la contemplazione di una sola parola basta a dare una colorazione una diversa indicazione di quella via che si riteneva prima oscura o non capita o cogliere il significato nascosto attraverso la vibrazione, il suono che produce.

Nel linguaggio, per un principio d’indeterminazione, ogni parola contiene molti significati (babele) che sono in relazione, sia al contesto, sia alla conoscenza che alla memoria percettiva di chi ascolta, producendo soggettivamente un’interpretazione, una realtà, una visione, un pensiero una riflessione o un’azione appropriata o consequenziale. Ma vi sono Parole di potere, non alterabili nel tempo che da sole o nell’insieme devono essere capite contemplate in modo diverso, per trovare risposte e vibrazioni nel nostro essere, nel nostro percepire intuitivo focalizzandole nel nostro cuore.

L'amore è il centro universale della nostra esistenza. Purtroppo l'essere umano lo ha soppresso specie oggi, in cui è l'apparire quello che conta e non l'essere in cui è il cinismo, l’intolleranza, l'egoismo e la caccia al vile denaro che prevalgono su tutto, hanno oppresso, addormentato, assopito quella parte interiore, quella parte nascosta che è dentro l’ogni essere.

E’ quell’amore che ritorna, o a volte si riscopre in certi momenti o quando si affrontano percorsi di sofferenza, che ci aiutano a crescere dentro, dandoci una maggiore capacità di distinguere le cose importanti da quelle futili.

Non voglio suggerire niente ma, solo porre l'accento, come nel cammino della nostra vita sono tanti i perché che nascono. Credetemi, li ho contati e meditati profondamente quei 700 passi fatidici che dalla chiesa conducono alla dimora finale d’ogni spoglia mortale del mio paese. Passi lenti, passi curvati e lacrimanti che hanno accompagnato con tanti perché, con tanto dolore, con tanto sgomento, il mio immenso indefinibile amore.

E’ stata anche una festa con 20 colpi di mortaio, con una solenne cerimonia con tante sentite e toccanti parole dettate dal cuore del prete, con tutti i parenti, con tantissimi amici venuti da ogni parte, con tutto il paese che con un finale e sentito salutato hanno espresso con il loro cuore, con i suoi amici del cuore che applaudendo hanno alzato quella bianca bara al cielo, a quel dio dei nostri padri per invocare quel dio, per dire “qui c’è il nostro caro amico e fratello c’è ORAZIO che riconsegniamo con tanti fiori, con il nostro dolore e con tanto amore al tuo cospetto, al tuo immenso amore”. Credetemi, contemplavo in quei momenti pensando e immaginando, com’è ancora nell’uso delle nostre buone tradizioni rituali, anche alla sua mancata festa, al suo mancato matrimonio con la sua meravigliosa ragazza del cuore, alla mancata gioia di tanti partecipanti con i suoi amici, al mancato orgoglio e al pianto di gioia di un padre, di una madre che accompagna un figlio o una figlia sull’altare. Ma è stata questa la sua solenne e gloriosa ultima ed unica festa del cuore.

Era doveroso ringraziare, per l’unito e sentito cordoglio e l’affetto di tanti, in chiesa e sul giornale, mi ero espresso dicendo alla fine: “mi rimetto alla volontà del padre celeste”. Ma, dentro il mio cuore, cercavo nella mia disperazione quel DIO dei nostri padri, in ogni luogo, in ogni posto, fra la gente, in tante chiese, per tanto tempo, dicendo a me stesso perché mio DIO? Perché MIO dio? Perché MIO DIO? Tu che sei amorevole, tu che hai creato ogni cosa con tanto amore, perché permetti tutto quest’immenso dolore a me stesso e a tanti? Perché non prendevi la mia sazia e provata vita, anziché una giovane e promettevole vita? Perché permetti i mali nel mondo? Credetemi 700.000 sono state le domande e i numerosi perché generati confusamente dal mio essere turbato e distrutto dal dolore. Ma come dicono tanti illuminati pensatori e maestri di saggezza, quel Dio dimenticato provvede sempre, perché mai mi aveva abbandonato, mai mi aveva lasciato solo anche se non n’ero cosciente. Era celato nel mio cuore ed io non sapendo inconsapevolmente lo cercavo fuori.


Di sicuro, in molti potrebbero obbiettare che queste mie affermazioni sono pura immaginazione e fantasticheria dettate da una mente che si è corrotta a causa del grande dolore. Certo è anche vero che nella coscienza ordinaria è inammissibile, inaccettabile, impossibile e quasi pazzia concepire che un essere umano vada oltre il velo delle apparenze e nei ricordi di tante vite passate, navigando in un mare fatto d’Illusioni materiali e scoprendo la vera natura dell'essere immortale all’insaputa di chi nell’illusoria ignoranza ne ha fatto e continua a farne potere.

Anche nella mia ignoranza, come disse il buon maestro SOCRATE “io so di non sapere” – ma, è proprio questo che spinge l’uomo alla ricerca di se stesso e al suo divenire nel mondo lungo il sentiero che lo conduce all’evoluzione di tutte le cose.

Pensiero espresso nel Faust di GOETHE “Ciò che trapassa, non è che un simbolo; l’irraggiungibile si compie qua, ciò che è ineffabile, qui diviene atto, femminio eterno qui ci trarrà”

Di sicuro troverò il modo più appropriato per esternare questo mio dire questa mia visione, perché è necessario parlare al cuore di tanti, che nel dolore soffrono per non sapere.

Cordialmente
Raffaele

P.S. ne basta uno solo che raggiunga la consapevolezza dell’essere per cambiare questo mondo perché siamo tutti legati da un invisibile filo, in quel corpo unico che chiamiamo DIO. E come descrivere e seguire più facilmente quella via già tracciata da qualcuno. Qualcuno che in un tempo passato e vicino, pioniere del proprio cuore, con grande coraggio, con grande sacrificio e spirito d’avventura, si è inoltrato in una selva oscura, andando lontano, alla scoperta delle americhe e delle indie.

Anonimo ha detto...

Carissimi,
Mi rivolgo a Voi giovani; Alessio, Michele, Homo Sapiens e a tanti.

Non voglio giustificarmi per il mio grande dolore, ma spiegare se mi è concesso quello che il mio cuore ha percepito.
Il perchè non è egoistico , nè vuole essere totalista e quasi impositorio, ma nasce dal cuore di un padre che ama il suo immenso amore e che vede in ogni giovane, in ogni ragazzo che si impatta in questa illusoria ma necessaria vita.
Nel mondo , si è tanto detto e sempre si dice di cosa sia giusto o sbagliato, ma il grande dilemma resta sempre di mettere in atto quelle giuste azioni che nascono dal cuore e con la mente.

Nel dire di dice che se hai un male, un problema , dillo a tutti perchè qualcuno di sicuro l'avrà risolto. Mi chiedo perchè non bisogna parlare (anche se si sà di non essere capiti) anche del bene che qualcuno ha sperimentato nel proprio cuore e che vuole trasmettere, esternare senza nessuna egoistica intenzione.

Pensate che questo mio dire sia Inaccettabile, Insensato, Illogico e tante altre negazioni?
Parliamone, perchè è molto importante specialmodo oggi, in questi tempi di grande transazione.
Cordialmente
Raffaele

Anonimo ha detto...

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Stagnaro ha detto...

Caro Alessio, se visiti il mio sito trovi in bibliografia TRE articoli sulla Diagnostica Psicocinetica, nata con l'Esperimento di Lory (ibidem).

Ciao
Sergio Stagnaro MD
Via Erasmo Piaggio 23/8,
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