domenica 3 giugno 2007

Spinello dei Bronzi di Riace catanesi

Dato che siamo in tema catanese dopo il bel flash mob di venerdì pomeriggio, questo fine settimana, per la rubrica dei video divertenti, riporto un bel filmato amatoriale su una discussione tra Bronzi di Riace catanesi, sfortunatamente chi non è della zona non capirà molto ma sono sicuro che i miei concittadini apprezzeranno tantissimo questo piccolo capolavoro. E pensare che in città avvengono veramente simili siparietti :)

Eccolo, buona visione:


P.S. Dato che questo video parla di fumo, ricordo la mia pagina al riguardo presente qui "Fumi o non fumi? Iniziativa storie e statistiche".
P.S.S. Ieri sono stato linkato dal blog Pandemia, attualmente secondo nella classifica italiana di blogbabel.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mbari...si pocu seriu..
ahhahaa

luca pagni ha detto...

Cari amici e colleghi,
ad oggi 16 agosto 2008
sono passati 36 anni dal 16 agosto 1972
quando i Bronzi di Riace furono ufficialmente scoperti.

Visitate le pagine web aggiornate:

http://www.photographers.it/articoli/bronzidiriace.htm

e

http://bronzidiriace.style.it/

Noterete che su Vanity Fair n. 32
del 16 agosto 2007
a pagina 40 l’articolo su I bronzi di Riace, era pubblicato sopra la rubrica
dell’attuale Min. Sandro Bondi
che fin da allora sapeva delle ricerche
in corso…

Saluti e salute a tutti !

Anonimo ha detto...

http://bronzidiriace.style.it/

Dal quotidiano "Calabria ora"

di Venerdì 22 agosto 2008

Lite sui Bronzi e il dibattito chiude.
Trent'anni dopo a Parghelia litigano lo scopritore Mariottini e il Professore Braghò

«So­no venuto qui per parlare di cose reali e non di fantascien­za».
Questa la risposta stizzita di Stefano Mariottini, il "pa­pà" dei Bronzi di Riace,
se si chiedono lumi sulla polemica infinita riguardante la denun­cia di ritrovamento,
trasmes­sa alla Soprintendenza di Reggio Calabria il 17 Agosto del 1972 dal
sub romano, e scovata, al termine di una lunga ricerca, dallo studio­so vibonese
Giuseppe Braghò.

In quella denuncia, cu­stodita nel­l'Archivio storico del Museo nazionale
archeologico della città dello Stretto,
lo scopritore dei Bronzi parlava di «un gruppo di statue».

Da qui l'inchiesta di Braghò che ha gettato mol­te ombre
su quella che è stata una scoperta sensazionale nelle acque di Riace,
a circa trecento metri dalla costa e ad otto metri di profondità.

A trentasei anni esatti dalla sco­perta dei Bronzi, Stefano Mariottini,
dell'associazione cul­turale Kouros,
e Maria Teresa Iannelli, della Soprintenden­za per i Beni archeologici del­la Calabria,
sono stati di scena a Parghelia per presentare i risultati preliminari delle ricerche
di archeologia subac­quea condotte sulle cave.

Alla re­lazione, presentata dal presi­dente della Pro loco Franco Grillo,
hanno fat­to da cornice le immagini sui tratti di costa interessati.

Mariottini, con la collaborazione della dottoressa Iannelli, ha spiegato
come nella suddetta costa, in età romana, ci fosse­ro cave di materiale vario. «Dalle prospezioni subac­quee - ha detto Mariottini - nella zona compresa fra la spiaggia di "Michelino" e "La Tonnara" abbiamo catalogato 14 reperti e tra questi anche 4-5 colonne. In particolare, nella zona denominata "la Tonnara", abbiamo cataloga­to un
ammasso di grezzi di ca­va e diciannove fusti di colon­ne».

I relatori hanno poi mes­so a confronto tali risultati con altrettante ricognizioni
sul territorio che va da Nico­tera a Pizzo Calabro.
Si è poi parlato dell'importanza che ha avuto il mare
per ciò che è riguardato il commercio in età antica,
dei commerci nel porto di Hipponion e della ca­va di Calcarenite di Pizzo.

Terminata la presentazione di queste ricerche, la Iannelli
ha presentato al pubblico al­cuni progetti «di visita, in per­corsi misti.
per la fruizione di tutte le persone interessate, in quanto le ricerche sin
qui condotte sono, senza ombra di dubbio, patrimoni di tutti».

La serata è poi continuata con un dibattito terminato, pur­troppo,
prima del previsto.

Alla prima e unica doman­da posta a Mariottini, sull'or­mai famoso documento
di de­nuncia del ritrovamento dei Bronzi, ha preso la parola la stessa Iannelli affermando che la suddetta domanda «è fuori tema.

Comunque, il dot­tor Mariottini - ha aggiunto - risponderà.
Ma poi, vi prego, non fate più domande sui Bronzi».
E' quindi seguita la risposta di Mariottini
che la­conicamente ha parlato di «fantascienza».

A queste pa­role , è intervenuto dalla pla­tea, ancora più stizzito,
il pro­fessor Giuseppe Braghò: lo studioso vibonese
autore del­le inchieste su presunti strani movimenti
riguardanti la sco­perta dei Bronzi di Riace.

«Fantascienza? - ha escla­mato a gran voce - Lei ha tra­dito la fiducia dei calabresi.
E' da trent'anni che rovista nelle nostre sacre acque e ciò è vie­tato dalla legge ».

A quel punto la dottoressa Iannelli ha subito preso la pa­rola
chiedendo al presidente della Pro loco di porre fine al dibattito
e quindi di chiudere la serata.

Una serata che pote­va finire forse diversamente,
esatta­mente trentasei anni dopo la scoperta dei Bronzi di Riace.

Francesco Marmorato

luca pagni ha detto...

Cari colleghi,
Visto che Il Ministro per i beni e la attività culturali, Sandro Bondi, visiterà domani, martedì 14/10/2008,
la Caserma La Marmora in via Anicia, 24, sede del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale a Roma.

Con alle 12:00 una conferenza stampa per illustrare i risultati dell’attività investigativa dell’anno in corso,
del Ministro Bondi con il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Gen. B. Giovanni Nistri,
Vi preannuncio una pubblica richiesta di quale sia il punto delle indagini atte a verificare il possibile trafugamento
di parte dei Bronzi di Riace.

Ecco quanto riporta il Prof. Giuseppe Braghò a pagina 110 del libro “Facce di bronzo”:

Durante la stesura di queste pagine, qualcuno volle raccontarmi di sape­re, dove potessero oggi trovarsi tali reperti.

Lo riporto per dovere d’infor­mazione, e non perché ne sia personalmente convinto.

Toccherà ai Carabi­nieri indagare sull’attendibilità della notizia.

“Un mio amico lavora nei servizi segreti, e in un momento di rilassa­mento particolare mi ha riferito di conoscere il luogo dove si custodisce lo scudo e anche altro: in Texas, presso l’abitazione di George Herbert Walker Bush, padre dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America. All’epoca Bush senior possedeva un’importante compagnia petrolifera, la Bush-Overby Development Co., e per un anno fií anche direttore della C.I.A. I reperti pervennero a lui durante la vicepresidenza, sotto Ronald Reagan. Aveva un ottimo rapporto sia d’amicizia sia d’affari con Paul Getty, altro magnate del petrolio, il quale a sua volta era in relazioni d’af­fari con l’ENI. Nessuno mai riuscirà ad averli indietro: neanche Rutelli”.

luca pagni ha detto...

Cari colleghi,
Visto che Il Ministro per i beni e la attività culturali, Sandro Bondi, visiterà domani, martedì 14/10/2008,
la Caserma La Marmora in via Anicia, 24, sede del Reparto Operativo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale a Roma.

Con alle 12:00 una conferenza stampa per illustrare i risultati dell’attività investigativa dell’anno in corso,
del Ministro Bondi con il Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Gen. B. Giovanni Nistri,
Vi preannuncio una pubblica richiesta di quale sia il punto delle indagini atte a verificare il possibile trafugamento
di parte dei Bronzi di Riace.

Ecco quanto riporta il Prof. Giuseppe Braghò a pagina 110 del libro “Facce di bronzo”:

Durante la stesura di queste pagine, qualcuno volle raccontarmi di sape­re, dove potessero oggi trovarsi tali reperti.

Lo riporto per dovere d’infor­mazione, e non perché ne sia personalmente convinto.

Toccherà ai Carabi­nieri indagare sull’attendibilità della notizia.

“Un mio amico lavora nei servizi segreti, e in un momento di rilassa­mento particolare mi ha riferito di conoscere il luogo dove si custodisce lo scudo e anche altro: in Texas, presso l’abitazione di George Herbert Walker Bush, padre dell’attuale Presidente degli Stati Uniti d’America. All’epoca Bush senior possedeva un’importante compagnia petrolifera, la Bush-Overby Development Co., e per un anno fií anche direttore della C.I.A. I reperti pervennero a lui durante la vicepresidenza, sotto Ronald Reagan. Aveva un ottimo rapporto sia d’amicizia sia d’affari con Paul Getty, altro magnate del petrolio, il quale a sua volta era in relazioni d’af­fari con l’ENI. Nessuno mai riuscirà ad averli indietro: neanche Rutelli”.

Il Blog è senza pubblicità.
Se hai il piacere di offrirmi qualcosa, puoi fare una piccola donazione. Grazie.