martedì 6 giugno 2006

Stop alle nanopatologie. Mai più inceneritori!



In Sicilia e in molte altre regioni vogliono costruire a tutti i costi diversi inceneritori che causano tantissime malattie per le ceneri tossiche prodotte e per le nanoparticelle che rilasciano nell'ambiente. I rifiuti in uscita sono addirittura molto superiori e dannosi di quelli in entrata insomma servono solo ad inquinare di più.

Ecco cosa riporta wikipedia sulle nanopatologie:

Una nanopatologia è una patologia indotta da nano e micro-particelle di tipo inorganico entrate nell'organismo per inalazione o per ingestione.

Le nanopatologie sono state scoperte nel 1999 da Antonietta Gatti dell'Università di Modena e Reggio Emilia tramite l'impiego di una tecnica di indagine con l'ausilio di un microscopio elettronico a scansione ambientale. Queste scoperte hanno permesso di trovare una spiegazione dell'insorgere di diverse malattie classificate come criptogeniche e, tra queste, le cosiddette Sindrome del Golfo e Sindrome dei Balcani.

Il termine nanopatologie è comunque controverso, in quanto l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha sospeso il giudizio sulla pericolosità delle particelle ultrafini in attesa di raccogliere ulteriori e più conclusive evidenze soprattutto di tipo epidemiologico.

Le nanoparticelle, entro 60 secondi finiscono nel sangue e nella linfa che le trasportano ai vari organi. Vengono per la gran parte eliminate tramite le vie urinarie, la quota residua entro circa un'ora viene sequestrata dai tessuti degli organi, che non sono in grado di espellerle perchè bioincompatibili. Finendo nelle cellule, le nanoparticelle si accumulano e possono interferire con i processi biologici; al peggio possono penetrare all'interno del nucleo cellulare dove possono danneggiere e mutare il materiale genetico della cellula. Tra le tante patologie ipotizzate spiccano alcune malattie del sangue come le trombosi, i tumori, nonchè tutti gli stati patologici causati da concentrazione di elementi inquinanti nell'organismo.

Particelle non biodegradabili di dimensioni che possono arrivare a qualche miliardesimo di metro (nanometro) sono prodotte naturalmente da alcune fonti come i vulcani, ma l'origine più comune oggi è costituita da procedimenti ad alta temperatura, industriali e non, dal traffico automobilistico dagli impianti di riscaldamento dagli inceneritori di rifiuti (anche e soprattutto quelli di nuova generazione che producono combustioni ad altissime temperature) alle fonderie. L'esplosione delle bombe ad alta temperatura come quelle all'uranio impoverito o al tungsteno danno origine a particolato inorganico proveniente in piccola parte dalla bomba stessa e in gran parte dal bersaglio colpito che, grazie alla proprietà di prendere fuoco spontaneamente quando raggiunge una certa massa critica, dell'uranio e del tungsteno, raggiungono rispettivamente, una temperatura di circa 3.000 e circa 5.000 gradi Centigradi. Ultimamente anche alcuni FAP (Filtri Anti Particolato) che bloccano particelle più grossolane (PM10) per poi spezzarle e ridurle quindi in particelle più piccole con un processo di combustione, sono sospettati di produrre nanoparticelle che possono provocare nanopatologie. Lo stesso procedimento di emissione in atmosfera di nanopolveri-nanoparticelle causa poi di nanopatologie è causato dall'utilizzo di nanopolveri negli oli dei motori. Processo questo che permette un miglior rendimento dei motori delle automobili ma ha un impatto altamente inquinante.

Va inoltre tenuto presente che le nanoparticelle che vengono immesse nell'aria per processi di combustione/esplosione ricadono poi sulle coltivazioni, o vengono assorbiti. Ragion per cui a causa del grandissimo inquinamento atmosferico indotto da queste fonti le nanopolveri inorganiche causa di nanopatologie vengono poi ritrovata anche nei cibi. Un'altra fonte di produzione di queste nanopolveri inorganiche possono essere poi per quanto riguarda i cibi l'utilizzo ed il sovrautilizzo ad alte velocità di vecchie macine che rilasciano questo micro-particolato all'interno delle farine.

L'ordine di grandezza delle nanoparticelle o nanopolveri vanno da pm 2,5 a pm 0,1. Al momento non esistono filtri nel mondo in grado di bloccare particelle inferiori a pm 2,5.

Nel Marzo 2006 i due ricercatori, a fronte (a loro dire) di pressioni politiche avverse alla loro richiesta di regolarizzazione degli impianti inceneritori per fare fronte alle problematiche di salute generate, si sono visti revocare dal CNR l'utilizzo del microscopio elettronico a scansione ambientale.

In alto ripropongo un filmato molto interessante, la visione è assolutamente consigliata.
Per maggiori informazioni potete visitare questo sito

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda le nanoparticelle, ossia quelle particelle mille volte più piccole di un micron, esse sono legate alle particelle fini pm 10 e pm 2,5, ossia a quelle grandi 10 o 2,5 micron, secondo quanto riferito dal sito nanodiagnostics. Quindi abbattendo queste non si liberano le nanoparticelle . Ma tu dici che non esistono filtri che abbattono pm 2,5. Wikipedia è spesso una cattiva maestra ! Ti suggerisco di consultare questo sito
http://www.novambiente.it/DocumentiR/Emissioni-/Area-Tecno/Filtri-Elettrostatici---Elettrofiltri.htm_asc1.pdf
in cui si parla di filtri usati per abbattere le particelle di dimensioni maggiori di UN MICRON. E sono quelli usati nei termovalorizzatori per rispettare i limiti di emissione dettati dalla direttiva CEE sull'incenerimento. Le nanopatologie sono un business ma i termovalorizzatori contribuiscono in modo irrisorio alle polveri fini rispetto al traffico veicolare, ai cementifici, alle centrali elettriche e alte industrie per le quali i limiti di emissione non sono così restrittivi. Il problema dei termovalorizzatori in Italia può derivare dalla mancata applicazione delle direttive CEE in materia e subire le procedure di sospensione per inadempienze da parte della commissione europea. Come è accaduto a Brescia dove la mancanza della valutazione di impatto ambientale ha fattto sospendere la costruzione di una terza linea di incenerimento in aggiunta alle due già esistenti. Negli altri stati CEE non accade. I rifiuti di Napoli vanno in parte a Lipsia dove c'e un termovalorizzatore. Fuori d'Italia sono fatti bene ma nel nostro Paese ci sono troppi furbi.

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente con quanto detto nel commento precedente!!
Il fatto è che in Italia siamo tutti delle...pecore! Approvo molte iniziative di BeppeGrillo ma fondamentalmente il popolo italiano sceglie sempre la via più comoda e facile.
SE esistesse una differenziazione dei rifiuti da parte degli utenti (cosa non difficile...basta abituarsi!!). SE gli impianti venissero fatti come andrebbero e non al risparmio e al "magna-magna". SE le discariche fossero fate in siti idonei o utilizzando ove possibile vecchie cave (se fatte come si deve...una volta chiusa la discarica controllata sopra è possibile creare un parco giochi per i bambini SENZA danni alla salute!!!). SE la gente non fosse tanto ignorante da opporsi alla realizzazione di un impianto invece che suggerire una corretta realizzazione. SE tutti fossimo disposti a pensare al bene comune.....allora non ci sarebbero emergenze, non ci sarebbero incidenze dell'80% in più di tumori e malformazioni e quant'altro. Ma la storia non si fa con i SE...
Che dovrei dire io che studio inceneritori e discariche!!! Che il mio studio è volto ai danni della mia stessa salute? Ma dai!!!! Se le cose fossero fatte come si deve non ci sarebbero tanti problemi. Nel caso specifico delle nanoparticelle.....è vero, sono dannose per la salute, ma probabilmente solo il 10% sono prodotte dagli inceneritori!! (chiamarli termovalorizzatori è da media!! e cmq il recupero di energia da trasformare in energia elettrica sarebbe magnifico.....ptr la maggior parte degli impianti mira solo a bruciare.....qualsiasi cosa!!)
Tutte scelte politiche che mirano al bene del politico di turno invece che della comunità. Quando i medici dicono che le nanoparticelle sono dannose non di può dar loro torto. Ma bisogna contestualizzare: gli addetti ai lavori sanno che esistono filtri e metodi di abbattimento delle polveri che sono in grado di restituire fuori dall'impianto valori di inquinanti anche al di sotto del limiti di limiti di legge!! I metodi ci sono.....ma costano o costa la manutenzione.....meglio mettersi i soldi in tasca e comprarsi lo yacht. Purtroppo l'Italia è questa!!!

Anonimo ha detto...

Chi crede negli inceneritori e una bestia con questo non voglio offendere gli animali loro almeno non sono dannosi scusate se mi esprimo a slogan ma con questi venditori di (kirby) non c'è alternativa, fra poco diranno che i cancrovalorizzatori inquinano meno di una minestra di broccoli .
ANDATE A CAGARE VENDUTI.
DIOSSINA PER TUTTIIIIIIIIIIIIIIIII

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