venerdì 9 marzo 2007

La legge elettorale secondo Antonio Di Pietro



Oggi Antonio di Pietro ha rilasciato un post ed un video (presente qui in alto) dove parla della legge elettorale.

Tra i suoi punti fermi troviamo la non eleggibilità delle persone condannate con sentenza penale passata in giudicato e l' impossibilità da parte degli eletti di cambiare coalizione.

Sono pienamente in sintonia con tutto quello che dice.


Ecco il testo del video:

" L'8 Marzo è la festa delle donne, per cui rendo loro il mio omaggio e il rispetto anche di Italia dei Valori, con l'impegno di mettere in condizione le donne di esprimere tutte le loro potenzialità.
Proprio in riferimento alle donne in politica voglio parlare di un tema che sta occupando e occuperà i mezzi di informazione nei prossimi mesi: la legge elettorale. E, aggiungo io, la trasparenza e la moralità di coloro che entrano nelle istituzioni, a cominciare dal Parlamento.
In una democrazia rappresentativa come la nostra, dobbiamo delegare ad alcune persone la gestione della Cosa Pubblica a partire dal Consiglio Comunale, passando alla Provincia, alla Regione arrivando al Parlamento Italiano e a quello Europeo. E' dunque spontaneo ribadire quanto affermato tante volte da Beppe Grillo nel suo blog: coloro che rappresentano i cittadini sono loro dipendenti e devono dunque rendere conto del proprio operato.
Oggi, si è rotto il rapporto di fiducia tra i rappresentati e i rappresentanti perché la legge elettorale è fatta in modo tale che al cittadino è rimasto solo un compito formale: mettere la croce sul simbolo di un partito che pensa possa andargli bene per motivi ideologici, di impegni programmatici o perché all'interno di quel partito c'è una persona di suo gradimento. Chi viene eletto, però, non è una persona scelta direttamente dall'elettore ma dalla segreteria del partito.
La prima cosa che si deve fare per correggere questa anomalia è dare modo, attraverso una preferenza, di poter scegliere il proprio candidato.
C'è un problema anche a monte: chi sceglie i candidati? Ancora una volta è il segretario di partito. Da qui la necessità delle primarie.
Serve, cioè, una legge elettorale che dia al cittadino la possibilità di fare il giudice, di votare il proprio rappresentante e di mandarlo a casa quando non lo vuole più.
Ma le persone sono portate a presentare solo i pregi e non i difetti. Si deve, dunque, stabilire una regola di moralità, un' esclusione di eleggibilità, che noi di Italia dei Valori vogliamo portare avanti: le persone condannate con sentenza penale passata in giudicato, almeno per i reati dolosi, non si possono candidare.
Inoltre, anche se Italia dei Valori è un piccolo partito, vogliamo che si ponga fine al proliferare di partiti andando oltre il nostro stesso, se necessario. Ci vuole una legge elettorale che riduca la frammentazione politica.
Ancora, vogliamo che il cittadino possa scegliere il candidato leader: non è accettabile che il partito scelto adotti, insieme ad altri, politiche diverse per cui è stato votato. Le coalizioni vanno individuate prima delle elezioni, non dopo.
In quest'ottica, vogliamo anche che ci sia l'impossibilità da parte di eletti in una coalizione di fare il voltagabbana: i cittadini si fidano di una persona, se questa li tradisce deve essere dichiarato decaduto perchè non porta avanti gli interessi dei suoi datori di lavoro.
Queste saranno le battaglie che io e Italia dei Valori combatteremo nei prossimi mesi nel Parlamento e nel Paese per avere una nuova classe dirigente con le mani pulite, che possa essere scelta dagli elettori e che abbia volti nuovi, non solo nuove sigle."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido integralmente il pensiero di Di Pietro. Credo tuttavia, come probabilmente hai letto sul mio blog, che il presupposto per un parlamento nel quale gli eletti svolgano compiti di reale rappresentanza, sia, quello della eliminazione dei privilegi per tutti i deputati. Le modifiche alla legge elettorale proposte da Di Pietro, incidono infatti sull'oggetto della scelta, ma l'attuale realtà è che chiunque oggi si affaccia alla carriera politica, anche considerando i costi di una campagna elettorale, difficilmento lo fa per pura passione politica. Il ruolo di deputato oggi, coincide con un trattamento economico e previdenziale da capogiro e con l'acquisizione di una moltitudine di privilegi e di poteri di fronte ai quali le buone intenzioni vanno a farsi benedire! Prima ancora di decidere chi può essere eletto, bisognerebbe allora focalizzare l'attenzione sul perchè si è eletti...e se non gli togliamo i privilegi questi continueranno a puntare a quelle poltrone non certo per svolgere il mandato che i cittadini gli conferiscono.

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