domenica 15 giugno 2008

L' auto ad acqua



Recentemente una società giapponese chiamata Genepax ha depositato la domanda per ottenere il brevetto di un motore elettrico alimentato ad acqua dolce, salata o anche piovana... a detta dell' inventore questo motore riuscirebbe a fare ben 80km con un solo litro alla velocità di 80km/h, un invenzione veramente incredibile, potete sapere ulteriori informazioni in questo post e guardando il video in alto anche se probabilmente non capirete molto vista la lingua giapponese...

Dato che oggi è la giornata dei video divertenti (come ogni domenica) vi riporto uno spezzone di un film dove è presente proprio l'auto ad acqua.. in quel caso però si trattava solo di una truffa:

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Alessio,

sono Gianluca Riccio, il responsabile di futuroprossimo.blogosfere.it, e desidero ringraziarti di cuore per averci inserito tra le tue fonti!

Ti promettiamo che lavoreremo per meritare sempre di più la tua curiosità.

Un abbraccio,
Gianluca Riccio
futuroprossimo.blogosfere.it
'il tempo siamo noi che passiamo'

Anonimo ha detto...

Cambiare si può...

Andrea De Luca ha detto...

sarebbe un invenzione importantissima che porterebbe grossi vantaggi e risparmi...

Ciao Alessio

Anonimo ha detto...

E' una cavolata: http://ecoalfabeta.blogosfere.it/2008/06/lauto-ad-acqua-e-il-moto-perpetuo.html

Anonimo ha detto...

Ciao Alessio.

Il tuo blog è molto interessante, ma non sono una sostenitrice dell'auto ad acqua.

La disponibilità e la distribuzione dell'acqua è un grosso problema già adesso: mica per niente la chiamano "l'oro blu". Centinaia di milioni di persone nel mondo non hanno accesso all'acqua potabile e i tentativi di privatizzazione (dopo che l'acqua, che era un "diritto" ,è diventata un "bisogno") stanno facendo disastri nei Paesi in cui avvengono.

Che succederebbe se diventasse anche un carburante diffuso???

Alessio ha detto...

Sara secondo me se si utilizzasse l'acqua del mare non ci sarebbero troppi problemi, più che altro mi preoccupa il fatto che avendo carburante illimitato tutti si comprerebbero Suv ecc.ecc ma comunque a quanto pare un motore simile non può funzionare e probabilmente si tratta di una bufala

Anonimo ha detto...

Ragazzi: non pensando non si arriva da nessuna parte. La prima cosa a cui si deve pensare quando si leggono queste cose è: "è possibile?". Allora ci si rende conto, ad esempio, che BabboNatale non può esistere perchè per visitare tutte le case dei bimbi buoni e cattivi dell'intero pianeta in 24 ore dovrebbe viaggiare fra una e l'altra a velocità vicine a quelle della luce e le sue renne prenderebbero fuoco per il contatto con l'atmosfera. Ovviamente, e come dovrebbe sapere chiunque a scuola abbia fatto qualcosa di più che mangiare merendine e appiccicare gomme masticate sotto il banco, l'energia non si crea dal nulla: si può ottenere solo estraendola da qualcosa che ne possieda. Per esempio da un masso che si trovi in alto, facendolo rotolare, o per via chimica da composti che abbiano molta energia (stiano "in alto") trasformandoli in qualcosa che abbiano meno energia, siano quindi più stabili (stiano "più in basso"). L'acqua è uno dei composti più stabili che esistano ed è per questo che gli elementi che la compongono (idrogeno e ossigeno) cedono tanta energia quando reagiscono fra loro. Proprio per questo l'acqua è "bassissima" e da essa non può essere estratta ulteriore energia. Nello stesso modo in cui il legno brucia, ma la cenere no, è già bruciata e un fiume dai monti scende verso la pianura fino al mare, dal mare l'acqua non risale senza che io "paghi" energia. Qualsiasi sistema che rompa acqua in componenti che hanno più energia dell'acqua stessa, DEVE, fornirle energia, maggiore o uguale di di quanta i componenti rendano quando sono rimessi insieme a formare acqua.
Ma poi il "mitico brevetto" fa acqua da tutte le parti: se esistesse la bacchetta magica per rompere l'acqua senza spendere energia (far salire un masso senza spendere lavoro) poi potrei ribruciarla ottenendo energia: perchè mai dovrei mettere dell'altra acqua nel serbatoio? Perchè mai 90 km con un litro e non 900.000.000? Vi pare?

L'unico modo per estrarre energia dall'acqua sarebbe una reazione di fusione nucleare, usandone la componente pesante (D2O e HDO), purtroppo questo non si riesce ancora a fare in modo controllato ne a caldo (milioni di gradi nei reattori nucleari sperimentali di tipo Tokamak) nè, tanto meno a freddo: tale reazione può essere ottenuta grazie ai muoni (che per essere prodotti costano di più dell'energia di quanta poi permettano di ottenerne) ma non vi sono prove che sia possibile in modi energeticamente favorevoli. L'unica reazione di fusione "controllata" che conosciamo è quella che alimenta le stelle. L'unica che sappiamo fare qui sulla terra è la bomba H. Consiglio di dare una ripassata al sussidiario di quinta elementare e se non bastasse il primo capitolo di qualsiasi libro di chimica per le scuole

giorgio ha detto...

complimenti a Paolo,
ha avuto la forza e la resistenza per illustrare con capacità ed intelligenza la totale assurdità di questa ennesima bufala che viene fatta circolare per confondere le idee alla gente.
Ricordate che non si può produrre energia, ma soltanto trasformarla, sempre a scapito di un rendimento che è sempre inferiore al 100% e questo si ripete per ogni trasformazione.Per arrivare al risultato finale si moltiplicano tutti i rendimenti di ogni trasformazione.Nel motore a scoppio, il risultato globale porta ad un deludente 37%..... L'acqua non è un combustibile, lo è stato solo uno dei suoi componenti e l'enegia rilasciata durante la prima combustione deve essere restituita per riottenere idrogeno ed ossigeno...
Chi si ricorda dell'auto ad aria compressa? con sommo rammarico, ormai soltanto quei pochi fresconi che hanno versato in contanti la quota di anticipo per la prenotazione!
Giorgio

inventore ha detto...

ragazzi voi siete forse un pò giovani..........IO MI RICORDO BENISSIMO QUANDO UN MIO ALLIEVO già nel 70' (un motorista torinese) aveva inventato un motore perfettamente funzionante ad idrogeno...le pressioni del petrolio hanno soffocato la produzione di queste vetture...stesse cosa per il motore ad aria.......RAGIONATE CHI TIRA LE FILE? CHI DECIDE CHE VOI PAGATE IL GASOLIO 2€ AL LITRO? CHI HA QUESTO POTERE LASCIA produrre e vendere auto ad acqua? ad aria?a campi magnetici?...i motori esistono e funzionano manca IL BENESTARE DI CHI TIRA LE FILE...COME DICEVANO GL'ERMETICI SIETE " BUOI CONDOTTI AL MACELLO " OSSIA CASTRATI E INFINOCCHIATI DI FARE QUELO CHE GLI ALTRI VOGLIONO CHE VOI FATE!....COMPLIMENTI AL PROFESSORE E ALLA SUA TESI....FORSE POTREBBE USARE LE SUE DOTI A INVENTARE QUALCOSA DI SERIO INVECE DI BOICOTTARE COSE CHE FUNZIONANO!!!....O FORSE SU QUESTO SITO FREQUENTANO COLORO CHE SONO PAGATI PER INSABBIARE E INFINOCCHIARE LA GENTE? DOPO 50 ANNI NEL CAMPO DELLA RICERCA DI COSE NE HO VISTE......VI PRENDONO IN GIRO!!! LE INVENZIONI ESISTONO!!

Anonimo ha detto...

LA STORIA

L’auto a idrogeno l’ha fatta lui
E' mancato Massimiliano Longo, l'ingegnere di Arzignano che nel 1973 presentò come tesi l'Alfa Gt alimentata dalla fonte di energia alternativa

Marino Smiderle
ARZIGNANO
Aveva inventato l’auto a idrogeno e nessuno se lo filava. Di più, lui aveva il sospetto che in tutti questi anni qualcuno avesse tramato perché le sue scoperte scientifiche, arricchite da applicazioni pratiche, venissero boicottate dall’infernale macchina della burocrazia. La storia dell’ingegnere arzignanese Massimiliano Longo, spentosi sabato scorso a 83 anni, è semplicemente incredibile. E, proprio per questo, terribilmente vera. «Non mi seguono, non mi aiutano, non mi vogliono - disse in una delle rarissime interviste custodita come una reliquia in internet -. Io ho cercato in tutti i modi di realizzare dei mezzi in grado di muoversi senza inquinare ma, quando si è trattato di fare il salto, di investire quattrini, non ho trovato alcuna collaborazione, né dallo Stato, né da chicchessia».
Ironia della sorte: Longo muore proprio quando tutti si sciacquano la bocca ricordando l’importanza delle fonti di energia alternative, idrogeno in primis, per eliminare la dipendenza dal petrolio. Chissà, se qualcuno avesse dato ascolto e supporto a questo indomito e idealista ricercatore vicentino, magari adesso l’aria che respiriamo sarebbe già più pulita e il petrolio non costerebbe certo 80 dollari al barile.
Nato ad Arzignano nel 1924, Longo viene subito catturato dalla passione per i motori. Frequenta l’istituto tecnico di Valdagno e non fa neanche in tempo a uscire che si ritrova prima pilota e poi capomeccanico nell’Aeronautica militare. In poco tempo diventa il mago della manutenzione dei caccia Reggiane 2000 e Siai Marchetti 205. Per lui i motori non hanno segreti e, dopo l’8 settembre 1943, non riuscendo a tornare a casa, viene aggregato a un reparto ad Aviano. I tedeschi avevano qualche problema con i Messerschmitt 109, velocizzati con i nuovi motori ma non abbastanza da reggere il confronto con gli aerei alleati.
Visto che l’arzignanese di motori capiva parecchio, i tecnici tedeschi se lo portarono in patria, in un laboratorio sotterraneo che era un po’ il tempio della ricerca militare hitleriana. Qui apprese dell’esistenza di un dispositivo particolare, una sorta di turbo in grado di dare più potenza ai velivoli, ma solo per dieci minuti, per renderli più competitivi durante le battaglie. Il sistema era semplice, in apparenza: si trattava di iniettare nel motore un po’ d’acqua assieme al carburante e, come per miracolo, il Messerschmitt scheggiava.
Fu in queste circostanze che Longo lavorò a contatto di gomito con Wernher Von Braun, lo scienziato che seguì la progettazione delle famigerate V2, le bombe a lunga gittata che avrebbero dovuto ribaltare la guerra a favore dei nazisti. V2 che l’arzignanese non vide mai da vicino. Finita la guerra, Longo torna a lavorare sui caccia italiana, cercando di far guadagnare quei cento chilometri all’ora in più grazie al sistema sperimentato in Germania. Successivamente viene assunto dagli americani per selezionare gli aerei alle condizioni da loro indicate.
Dopo aver fatto pratica sul campo, e acquisito un’esperienza incredibile, Longo decide di iscriversi all’università di Parigi per sfruttare le sue conoscenze al fine di ottenere una laurea. Laurea che arriva nel 1970, alla veneranda età di 46 anni. Meglio tardi che mai, ovviamente. Ma visto che l’appetito vien mangiando, Longo va oltre e inizia un dottorato di ricerca all’Università del Lussemburgo, dove nel 1973 presenta la tesi che gli darà fama imperitura, anche se gli sviluppi pratici saranno inferiori a quanto lui aveva sperato. È la tesi sull’auto a idrogeno, ma non consisteva "soltanto" del volume con su spiegati tutti gli accorgimenti scientifici: la vera tesi era infatti un’Alfa Romeo 1300 GT, alimentata a idrogeno.
«L’idrogeno era immagazzinato in bomboloni nel bagagliaio del veicolo - ricorda Giorgio Iacuzzo in un articolo su Longo pubblicato su internet - e nel motore erano state eseguite alcune modifiche. L’idrogeno veniva prodotto in proprio dall’ing. Longo, grazie a una centralina per l’elettrolisi che lo forniva già a 12 atmosfere di pressione, dunque pronto per essere immesso nelle bombole. Essendo il motore costruito per un carburante diverso, ossia la benzina, le modifiche che riguardano la compressione ne degradavano le caratteristiche in modo significativo. Infatti, l'Alfa GT raggiungeva la velocità di 96 chilometri all'ora invece dei 165 originali. In cambio, però, l'economia dei consumi era notevole, e l'inquinamento ambientale inesistente».
«Una potenza maggiore si sarebbe potuta ottenere solamente con un motore dedicato particolarmente alla combustione dell'idrogeno - racconterà molti anni dopo l'ingegner Longo - ma questo avrebbe richiesto l'interesse di una qualche industria nazionale per progettare e realizzare un propulsore in grado sfruttare totalmente l'energia che l'idrogeno può rilasciare e che è tre volte quello della benzina. L'impegno e gli investimenti necessari per un nuovo motore erano infatti al di fuori delle mie possibilità».
Le soddisfazioni negategli in patria, Longo le ottenne all’estero. In Francia in particolare, dove diventò membro dell’Ecole Supérieur de Perfectionnement Industriel di Parigi. E poi anche in Sudafrica, in Brasile e perfino in Costa d’Avorio, dove i governi e diverse aziende adottarono a fini industriali le sue scoperte. L’ing. Sergio Guerrini, collega e amico di Longo, oltre che membro della Chambre des Ingegneurs Conseills de France, ricorda che la stessa Cicf teneva in grande considerazione l’ingegnere di Arzignano. «Con Longo - afferma Guerrini - scompare uno degli ultimi rappresentanti del genio dell’ingegneria italiana e mondiale, esempio di brillante capacità tecnica dedicata al bene dell’uomo». Negli ultimi tempi Longo faceva la spola tra Torino, che nel frattempo era diventata la sua città, dove tra l’altro risiede anche il figlio Duccio, e Arzignano. «Negli ultimi tempi - rivela Guerrini - aveva avuto qualche problema di salute e si era fatto ricoverare in una clinica vicentina. Non ce l’ha fatta a superare questo ultimo ostacolo».
Se un domani le macchine andranno tutte a idrogeno, sappiate comunque che l’idea è stata sua.
Etichette: articoli Gdv
a 10:54 AM

Anonimo ha detto...

Io mi chiedo perchè si devono leggere quasi esclusivamente segate.
Un motore a idrogeno è una cosa piuttosto banale: con qualche adattamento per pressioni, tenute e carburatori un motore quattro tempi funziona a metano, a idrogeno o a qualsiasi altro gas fortemente infiammabile. La cosa che alcuni ignoranti ancora non hanno capito è che l'idrogeno NON è UNA FONTE DI ENERGIA ALTERNATIVA. Possibile essere così zucconi! L'idrogeno è un vettore energetico. Un modo -neppure tanto comodo- per imagazzinare energia ottenuta dalla combustione di petrolio, carbone gas o dalla fissione nucleare o dai pannelli solari etc etc. Come forma libera H2 l'idrogeno sulla terra non c'è. Per chi non fosse andato a scuola voglio specificare meglio. Non è l'elemento idrogeno che "dà energia" in sè (a meno che non si parli di fusione nucleare, ma questa è altra storia) ma il combinarsi dell'idrogeno H2 con mezza molecola di O2. Quando questo accade si forma una delle molecole a più bassa energia conosciuta (mentre O2 e H2 hanno un energia chimica elevata) H2O ovvero acqua. Il salto energetico fra l'alto (di idrogeno libero, e ossigeno libero) e il basso (dell'acqua) è ciò che fa sì che la reazione ceda molta energia e sia addirittura esplosiva, o comunque molto calda, come appunto la fiamma "ossi-idrica" (capito da cosa viene il nome ossigeno+idrogeno?!).
L'idrogeno dicevo come gas c'è in oceani nei pianeti più grandi come giove e saturno, alimenta le stelle come il sole, ma sfortunatamente non è trattenuto da pianeti con masse e densità quali la nostra terra. Da noi resta l'azoto, l'ossigeno ma non l'idrogeno: è troppo leggero. Quello che abbiamo è tanto ma già tutto legato in acqua o altri composti. Quello già in acqua è "a fine corsa" dal punto di vista di energia chimica, nel senso che l'ha già liberata tutta. In altri composti, come idrocarburi, partecipa alla reazione che porta gli idrocarburu stessi più l'ossigeno a acqua e anidride carbonica (altra molecola stabilissima, "a fine corsa").
Cerchiamo di avere magari solo due concetti in mente ma CHIARI, per favore!

Anonimo ha detto...

Chiarisco che la frase poco comprensibile "quello che abbiamo è tanto..." nel post precedente si riferiva all'elemento idrogeno. La terra non trattiene il gas H2, ma sulla terra c'è molto elemento idrogeno, tutto legato insieme all'ossigeno in H2O (a fine corsa) e in altri composti (meno "a fine corsa") quali gli idrocarburi, ad esempio.

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